Terrorismo all’attacco, mentre si accende il dibattito per il nuovo presidente
Islamabad (AsiaNews) – Due terroristi si sono fatti esplodere oggi davanti a 2 entrate del complesso industriale di armi di Wah (30 chilometri a nordovest di Islamabad), con almeno 50 morti e oltre 100 feriti, molti in modo grave. Intanto cresce il dibattito sulla candidatura a presidente di Asif Ali Zardari, vedovo della ex premier Benazir Bhutto, che domani sarà avanzata in via ufficiale dal Partito pakistano del popolo di cui è co-presidente.
L’attentato ha investito gli operai, in uscita a centinaia dopo il lavoro: Shah, manager della fabbrica, parla di “corpi stesi ovunque e uomini feriti in pozze di sangue che urlavano per avere aiuto”, “molti erano senza gambe o mani. Ho visto parti di corpi pendenti dagli alberi”. A Wah, principale centro di produzione di armi e munizioni per l’esercito, ci sono 15 fabbriche con circa 25mila operai.
L’attentato segue quello, pure suicida, di 2 giorni fa contro un ospedale della settentrionale Dera Ismail Khan, con 32 morti, e conferma la necessità di scegliere in tempi rapidi il nuovo presidente, dopo le dimissioni di Pervez Musharraf.
La candidatura di Zardari (a sinistra nella foto) è invisa dalla Lega-Nawaz islamica pakistana, (PML-N), che vorrebbe un presidente che sia delle province del Balochistan o del North West Frontier. Ma il Ppp insiste che, come maggior partito, ha diritto a proporre un candidato.
Peter Jacob, segretario esecutivo della Commissione della Chiesa cattolica Giustizia e Pace, ritiene che sarebbe una scelta giusta anche per le minoranze e che “anche senza il PML-N, il Ppp avrà il voto dei piccoli partiti del centro e delle province”.
Altaf Hussain, caop del Movimento Muttahida Qaumi, già appoggia la candidatura.
Peraltro, ora che manca il comune “nemico” Musharraf, Ppp e PML-N hanno già mostrato contrasti riguardo al ripristino dei giudici destituiti il 3 novembre da Musharraf e alla posizione da assumere contro il medesimo. Nawaz Sharif, leader della Lega, ha addirittura prospettato di uscire dal governo se i giudici non saranno ripristinati nell’ufficio.
La Costituzione prevede che l’elezione del presidente avvenga entro 30 giorni, ovvero entro il 17 settembre. Votano i rappresentanti delle 4 assemblee provinciali, dell’Assemblea nazionale e del Senato.