Terremoto colpisce le Filippine, almeno 13 morti e decine di dispersi
Il sisma di magnitudo 6,8 localizzato nella provincia di Negros Oriental, a una profondità di circa 20 km nel sottosuolo. Lanciato un allerta per possibili tsunami a livello "locale", con onde alta fino a un metro. Villaggi isolati, case sepolte da frane e smottamenti. Anche studenti di elementari e superiori fra le vittime.
Manila (AsiaNews/Agenzie) - Sono almeno 13 i morti e oltre 40 i dispersi del terremoto di magnitudo 6,8, che ha colpito il centro delle Filippine. L'epicentro del sisma è localizzato a circa 70 km nord di Dumaguete, città delle isola di Negros, a una profondità di 20 km; la terra ha iniziato a tremare verso le 11.49 del mattino ora locale (le 4.49) in Italia, provocando anche frane e smottamenti. L'Istituto filippino di sismologia e vulcanologia ha lanciato l'allerta tsunami per possibili onde anomale, alte fino a un metro, lungo la costa est e ovest della città di Cebu. Tuttavia il Pacific Tsunami Warning Center ha escluso la formazione di possibili onde anomale su scala "regionale", senza escludere però isolati fenomeni "locali".
Fonti locali riferiscono che nel villaggio di Planas, circa 15 km dalla città costiera di Guihulngan, nella provincia di Negros Oriental, almeno 30 case sono state seppellite da una slavina, intrappolando almeno 40 persone. Il governo ha ordinato la mobilitazione dell'esercito e delle forze di polizia in aiuto alla popolazione civile e per collaborare all'operato dei soccorritori. Al terremoto principale sono seguite altre scosse di assestamento, di cui due di intensità elevata, pari a magnitudo 4,8 e 5,6 a distanza di mezz'ora.
Il bilancio parla di 10 vittime confermate a Guihulngan, tra cui studenti di una scuola superiore e alunni di un istituto elementare. Almeno 100 i feriti. Diversi i ponti distrutti dalle scosse e ormai impraticabili; a Dumaguete, capoluogo di provincia, è a rischio la fornitura di cibo e medicine negli ospedali, mentre i soccorritori faticano a raggiungere i villaggi e le aree più isolate.
Le Filippine si trovano lungo il cosiddetto "anello di fuoco" del Pacifico, caratterizzato da un'intensa attività sismica e vulcanica. Nel 1990 un terremoto di magnitudo 7,7 ha ucciso oltre 2mila persone a Luzon. Nel marzo 2010 un sisma di magnitudo 6,2 ha colpito al largo dell'isola di Luband, a Mindanao, ma l'onda è stata avvertita sino a Manila, la capitale, distante oltre 130 km dall'epicentro.
Fonti locali riferiscono che nel villaggio di Planas, circa 15 km dalla città costiera di Guihulngan, nella provincia di Negros Oriental, almeno 30 case sono state seppellite da una slavina, intrappolando almeno 40 persone. Il governo ha ordinato la mobilitazione dell'esercito e delle forze di polizia in aiuto alla popolazione civile e per collaborare all'operato dei soccorritori. Al terremoto principale sono seguite altre scosse di assestamento, di cui due di intensità elevata, pari a magnitudo 4,8 e 5,6 a distanza di mezz'ora.
Il bilancio parla di 10 vittime confermate a Guihulngan, tra cui studenti di una scuola superiore e alunni di un istituto elementare. Almeno 100 i feriti. Diversi i ponti distrutti dalle scosse e ormai impraticabili; a Dumaguete, capoluogo di provincia, è a rischio la fornitura di cibo e medicine negli ospedali, mentre i soccorritori faticano a raggiungere i villaggi e le aree più isolate.
Le Filippine si trovano lungo il cosiddetto "anello di fuoco" del Pacifico, caratterizzato da un'intensa attività sismica e vulcanica. Nel 1990 un terremoto di magnitudo 7,7 ha ucciso oltre 2mila persone a Luzon. Nel marzo 2010 un sisma di magnitudo 6,2 ha colpito al largo dell'isola di Luband, a Mindanao, ma l'onda è stata avvertita sino a Manila, la capitale, distante oltre 130 km dall'epicentro.
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