Teologi kemalisti: ‘Irreparabile errore’ anti-islamico l’uso di Santa Sofia per fini politici
Secondo gli scrittori Nazif Ay, Mehmet Ali Öz e Yusuf Dülger, la trasformazione in moschea del monumento cristiano “offenderà i non musulmani e manterrà vivi l’islamofobia e l’odio verso l’islam”. Fervono i preparativi alla preghiera islamica del 24 luglio. Le figure di Maria Theotokos e dell’arcangelo Gabriele saranno coperte da paraventi. Timori per l’uso di laser elettronici che potrebbero danneggiare i colori dei mosaici parietali. In preparazione un documento all’Unesco per garantire l’integrità dell’edificio sacro trasformato in moschea.
Istanbul (AsiaNews) – Utilizzare la basilica di Santa Sofia come uno “strumento politico” è un “errore irreparabile”, che “distrugge il messaggio di riconciliazione e di giustizia dell’islam, il cui significato è ‘pace’”. È quanto afferma un gruppo di scrittori teologi che si autodefiniscono “teologi kemalisti”, in linea con la visione del padre della Turchia Kemal Ataturk, che trasformò in museo la basilica cristiana - usata come moschea dal 1453.
In un articolo pubblicato ieri su “Birgun”, i “teologi kemalisti” Nazif Ay, Mehmet Ali Öz e Yusuf Dülger criticano la decisione di Recep Tayyip Erdogan di riutilizzare il gioiello bizantino come moschea a partire dal 24 luglio. Essi sottolineano che “Santa Sofia non può essere utilizzata come strumento politico” e aprirla al culto di una sola religione “è un grave e irreparabile errore… Trasformare Santa Sofia in una moschea ignorando i suoi valori universali è una decisione che distrugge il messaggio di riconciliazione e di giustizia dell’islam, il cui significato nel dizionario è ‘pace’”.
Secondo i tre scrittori, “questo tempio è stato costruito da persone religiose cristiane ortodosse. Il tentativo di renderlo proprietà dell’islam con un ordine e un fatto compiuto offenderà i non musulmani e manterrà vivi l’islamofobia e l’odio verso l’islam”.
Intanto, all’interno della basilica, procedono le preparazioni alla preghiera del 24 luglio, a cui sono invitate almeno 500 persone. La Diyanet, l’autorità religiosa nazionale, ha dichiarato che le icone cristiane presenti nell’edificio, saranno nascoste da un paravento o oscurate con un sistema di luci “durante i tempi di preghiera”.
Il portavoce del presidente Erdogan, Ibrahim Kalin, ha spiegato che i mosaici di Maria Theotokos (Madre di Dio) e dell’arcangelo Gabriele, che sono posizionati in direzione della Qiblah (che segna la direzione della Mecca, verso cui si guarda alla preghiera), saranno coperti da paraventi, azionati un minuto prima della preghiera islamica.
Storici dell’arte sono preoccupati per l’uso di laser elettronici che dovrebbero essere utilizzati per illuminare o oscurare le figure cristiane dei mosaici parietali della basilica. I continui cambiamenti di luce potrebbero rovinare i colori dei mosaici. Ma il governo turco sta preparando un documento per spiegare che la trasformazione di Santa Sofia in moschea non rovinerà l’edificio. Tale documento sarà presentato all’Unesco, che aveva designato il monumento come patrimonio dell’umanità e che ha espresso “dispiacere” e “perplessità” per l’uso islamico della basilica cristiana.
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