Tensione tra Jakarta e Unhcr per l'accoglienza dei profughi Rohingya
L’ondata migratoria in corso in Indonesia è la più forte dal 2017, quando iniziò la persecuzione più dura in Myanmar. Monta il malcontento tra la popolazione, sorpattutto nella provincia di Aceh. Il presidente Joko Widodo: "Azioni dure contro i trafficanti di esseri umani, assistenza temporanea solo ai rifugiati".
Jakarta (AsiaNews) - Sempre più spesso gli abitanti della provincia di Aceh, la più occidentale nell'isola di Sumatra in Indonesia, manifestano pubblicamente - in piazza e via social - il loro malcontento verso l’afflusso di migranti Rohingya, la popolazione per lo più musulmana che è stata l'obiettivo di una persecuzione da parte dell'esercito birmano nel 2017 (oggetto di un'indagine delle Nazioni Unite per genocidio). Rohingya oggi in fuga anche della guerra civile nel loro Paese. Sono più di 1000 nelle ultime settimane gli sbarchi di questi profughi che compiono quasi 2 mila chilometri di attraversata per fuggire in Indonesia o in Malaysia. Quella in corso è l’ondata migratoria più grande dalla persecuzione militare del 2017.
Alcuni degli oltre 300 rifugiati Rohingya arrivati domenica sulle coste occidentali dell'Indonesia sono stati trasferiti in un rifugio temporaneo durante la visita di un rappresentante delle Nazioni Unite. Un gruppo di 135 rifugiati, per lo più donne e bambini, sono stati trasferiti in un rifugio temporaneo ad Aceh Besar. Tuttavia, la popolazione locale ha bloccato la strada di accesso principale, quindi questi Rohingya sono stati inviati, scortati dalle forze dell’ordine, in un altro complesso del governo della provincia di Aceh. Mercoledì scorso, secondo alcune riprese amatoriali circolate sui social, decine di poliziotti hanno bloccato un gruppo di circa 150 manifestanti che cercavano di sfondare un cancello e spingevano gli agenti per raggiungere l'area dove erano ospitati i migranti.
Questo sentimento si è fatto strada anche in seguito al messaggio giunto dal presidente Joko Widodo che ha parlato esplicitamente di un piano del governo per riportare quasi 1.500 Rohingya in Myanmar. Widodo che al contempo ha parlato anche di “traffico illegale di esseri umani” diffuso tra i rifugiati: “Sono stato informato - ha detto il presidente lo scorso venerdì - del crescente numero di rifugiati Rohingya che arrivano in Indonesia, soprattutto nella provincia di Aceh”. Jokowi ha aggiunto che “le autorità indonesiane non esiteranno a intraprendere azioni dure per combattere i trafficanti di esseri umani, fornendo assistenza umanitaria temporanea solo ai rifugiati”.
Il presidente Widodo ha anche incaricato i suoi subordinati di affrontare la questione con l’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr) a partire dai dati forniti dal ministro indonesiano per gli affari politici e la sicurezza, Mohammad Mahfund Mahmodin, che parlava di almeno 1.478 rifugiati Rohingya presenti ad Aceh: “La popolazione locale di alcune province indonesiane come Aceh, Sumatra settentrionale e Riau - ha detto il ministro -, è gravata dal loro arrivo”.
Rafendi Djamin, direttore regionale per il Sud-Est asiatico e il Pacifico di Amnesty International e membro dell'Advisory Board dell’Asean Network, ha detto: "Jakarta è normativamente legata alle leggi internazionali di accoglienza dei richiedenti asilo e profughi e ci si aspetta che tratti questi rifugiati Rohingya nei modi adeguati”. In tutta risposta però il ministro Mahfud sostiene che l’Indonesia «è non legalmente vincolata alla convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati. Pertanto, non siamo costretti dall’Unhcr a dare assistenza temporanea, ma se viene fornita loro è solo per motivi puramente umanitari”, ha concluso all’indomani delle dichiarazioni di Malaysia e Australia che hanno detto che non accoglieranno più rifugiati Rohingya.
20/06/2023 10:40
19/05/2023 14:22
21/10/2022 13:50