Telangana: donna dalit muore alla stazione di polizia dopo pestaggio
Era stata fermata insieme al figlio con l'accusa di furto in un villaggio dello Stato meridionale. Padre Zackarias, ex segretario della commissione contro le caste della Conferenza episcopale: "Le morti in detenzione stanno diventando sempre più frequenti. E i dalit sono le prime vittime".
Mumbai (AsiaNews) - Una donna dalit del villaggio di Komatlagudem, nello Stato del Telangana, è morta mentre si trovava nella stazione di polizia di Addagudur. Il decesso, sopraggiunto nelle prime ore del 18 giugno, sarebbe avvenuto in seguito alle ferite riportate in un pestaggio.
La signora Mariyamma era stata portata via dalla propria casa da agenti in borghese insieme al proprio figlio Uday il 16 giugno, in seguito a una denuncia per furto presentata qualche giorno prima. La donna lavorava come domestica in una casa di Addagudur. Secondo quanto riferito dalla figlia Swapna, la signora Mariyamma sarebbe stata riportata al villaggio il giorno successivo e lì picchiata da sei agenti in borghese davanti agli occhi della figlia più giovane. La notte successiva non sarebbe sopravvissuta alle conseguenze delle percosse.
Padre Devasagayaraj M. Zackarias, già segretario nazionale della commissione per le caste svantaggiate della Conferenza episcopale dell'India, commenta ad AsiaNews: “La morte in stato di detenzione della donna dalit è un fatto orribile e disgustoso. Non è altro che un omicidio della polizia. Le persone vulnerabili affrontano una discriminazione da parte della società e anche chi, come le forze dell'ordine, dovrebbe essere neutrale sta dalla parte degli oppressori".
Secondo il religioso, su questo caso il Central Bureau of Investigation deve aprire un'inchiesta. "La morte in stato di detenzione - continua p. Zackarias - è diventata frequente e le minoranze e i dalit sono le persone più colpite. L'anno scorso è capitato per Jayaraj e Bennix, un altro padre e un figlio picchiati a morte. Solo dopo molti mesi i responsabili sono stati arrestati. Essendo i poveri e gli emarginati senza voce la polizia diventa brutale al punto di uccidere. Questo è da condannare e deve finire immediatamente”.
Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), aggiunge ad AsiaNews: “La polizia ha violato la legge secondo cui nessuna donna può essere arrestata dopo il tramonto. Ormai i dalit non solo vengono colpiti nei loro diritti e nella loro dignità, ma anche nella loro stessa vita. Questo Paese ha seriamente bisogno di una riforma della polizia. La violenza basata sulla casta ha raggiunto nuovi livelli in alcuni Stati del sud dell'India durante l'emergenza Covid-19. C'è stata una rapida escalation di crimini contro le comunità dalit che è andata ad aggiungersi alla deumanizzazione”.
Il gesuita padre A. X. J. Bosco, attivista per i dalit racconta ad AsiaNews: "Questo crimine odioso contro Mariyamma, una donna dalit cristiana, va condannato nella maniera più forte. Si tratta di una grande ingiustizia per la quale chiediamo giustizia e un risarcimento per la famiglia".