Tejgaon: Aumentano i suicidi tra i giovani cristiani

di Sumon Corraya

L’Organizzazione mondiale della sanità stima che ogni anno circa 11mila bangladeshi decidono di togliersi la vita. Nella comunità cristiana, nel 2018 si sono suicidati 10 giovani. La chiesa di Tejgaon organizza un seminario per contrastare il fenomeno. Medico cattolico: “I genitori pensino di più ai figli, invece che al lavoro”.

Dhaka (AsiaNews) – Shuvosree Gomes era una studentessa universitaria, fidanzata ufficialmente e in attesa delle nozze; quando ha saputo che il promesso sposo aveva una relazione con un’altra ragazza, è rimasta scioccata e ha deciso d’impiccarsi. Prodip Das, 17 anni, ha una storia differente: dopo un diverbio con il fratello minore, ha aspettato di rimanere solo in casa e si è tolto la vita. Ha lasciato solo un biglietto per i genitori, in cui dice che essi sono “i migliori genitori del mondo” e li solleva da ogni senso di colpa; ma questo non è bastato e i parenti sono caduti nella disperazione più totale. Rodala Cruze, casalinga di 30 anni, ha tentato di togliersi la vita ingerendo del disinfettante per il WC a causa dei problemi con il marito; si è salvata perché alcuni familiari l’hanno trasportata d’urgenza in ospedale.

Quelle di Shuvosree, Prodip e Rodala sono solo alcune delle storie di chi tenta – e spesso ci riesce – il suicidio in Bangladesh. I loro nomi sono di fantasia, ma la disperazione che emerge dalla scelta estrema di togliersi la vita è reale. Di loro si è parlato ad un seminario organizzato dalla Chiesa cattolica di Tejgaon a Dhaka, proprio per cercare soluzioni per contrastare il fenomeno in continuo aumento.

Il dott. Edward Pallab Rozario, segretario generale dell’Associazione dei medici cattolici del Bangladesh, è intervenuto al programma. “La poca attenzione da parte dei genitori impegnati con il lavoro – dice –, le troppe pressioni dalla società e dalla scuola e la depressione sono i motivi più comuni che spingono i giovani al suicidio”. Ad AsiaNews spiega che “il suicidio è diventato un serio problema nella nostra società. Quest’anno molti cristiani in tenera età hanno deciso di togliersi la vita e spesso abbiamo notizia di altri che tentano lo stesso. È una malattia sociale. Dobbiamo lavorare per questo”.

In base alle ultime stime, nel 2018 almeno 10 giovani cristiani si sono tolti la vita e molti altri hanno cercato di suicidarsi. I dati dell’Organizzazione mondiale della sanità riportano che 11mila persone si uccidono ogni anno nel Paese; la maggior parte di loro ha meno di 30 anni.

All’incontro di Tejgaon hanno partecipato più di 100 fedeli. P. Kamal Corraya, parroco della chiesa, spiega che “l’obiettivo dell’incontro era creare maggiore consapevolezza sul tema dei suicidi. Nella società cristiana il loro tasso è in aumento. Sia noi che i genitori siamo preoccupati per la situazione. Abbiamo discusso sul perché sia in crescita il numero di persone che sceglie di morire e su cosa possiamo fare”.

Approfondendo le ragioni che muovono i giovani a compiere il suicidio, il sacerdote riferisce: “Frustrazione, impoverimento sociale, disordini familiari, sono tra i principali motivi”. Poi ribadisce: “La vita è un dono di Dio. Nessuno ha il diritto di toglierla”.

P. Kamal ha invitato i parrocchiani a prestare più attenzione ai figli e seguire i valori cristiani. “Ho detto loro – afferma – di non favorire situazioni che potrebbero spingere al suicidio”. Il dott. Rozario condivide la sua opinione e aggiunge: “Coloro che vivono momenti di particolare stress emotivo e mentale dovrebbero essere aiutati con trattamenti medici”. A tal proposito lo psicologo musulmano Mohit Kamal sostiene: “Se la persona soffre una depressione profonda, è più spinta a compiere il suicidio. Per questo ritengo che essi abbiano bisogno di compassione, amore e cure adeguate. Le famiglie devono sostenerli e incoraggiarli a seguire le cure”.