Teheran: alle donne pari opportunità nel settore petrolifero. Il Pil continua a volare
Con un decreto il ministero elimina barriere e discriminazioni, favorendo la scalata a posizioni di vertice. Sono 17mila le donne impiegate nel settore, il 7% con ruoli di responsabilità. Resta preclusa la possibilità di lavorare sulle piattaforme. Per la Banca centrale il Pil è cresciuto del 12,5%; fondamentali i proventi derivanti dalla vendita di petrolio.
Teheran (AsiaNews) - L’industria del petrolio in Iran è sempre più occasione di impiego e di carriera per le donne, grazie all’abbattimento delle barriere e all’introduzione [per legge] dell’uguaglianza fra sessi e pari opportunità. La conferma arriva dallo stesso ministro iraniano del petrolio Bijan Namdar Zanganeh, il quale ha emesso un decreto attuativo che contrasta le discriminazioni di genere e favorisce la scalata dell’universo rosa nel settore, premiandone competenze e capacità.
Resta preclusa alle donne la possibilità di lavorare - in qualità di operaio - sulle piattaforme petrolifere e in quelle dedicate all’estrazione del gas. Una limitazione parziale, che non sminuisce la portata di un decreto che conferma il ruolo crescente del mondo femminile all’interno della Repubblica islamica e gli spazi sempre maggiori che riesce a ritagliarsi.
Ne sono conferma le recente elezioni municipali, che hanno rappresentato un primo per aprire alle donne la strada della politica; a Teheran un candidato su cinque alle ultime votazioni era di sesso femminile. E ancora il via libera alle donne centauro che, dal settembre scorso, possono partecipare alle gare di motocross.
Di recente è avvenuta la prima nomina di una donna in un ruolo manageriale nel settore del petrolio. Si tratta di Marzieh Shahdaei, che ha assunto la carica di direttore amministrativo della National Petrochemical Company. Un primo passo, commentano dal dicastero, per offrire “pari opportunità di lavoro e carriera” con i colleghi uomini.
A tutt’oggi sono circa 17mila le donne che lavorano nell’industria petrolifera iraniana. Di queste, almeno 7mila sono dipendenti e altre 10mila collaborano grazie a forme contrattuali di varia natura. Una quota pari a circa l’8% del totale della forza lavoro nel settore. Il dato si abbassa al 7% se si prendono in considerazione i ruoli manageriali o con gradi di responsabilità.
La maggior parte delle donne impiegate nel settore petrolifero ha una età variabile fra i 30 e i 34 anni, con una esperienza pregressa alle spalle di almeno 10/15 anni. Oltre il 70% di loro possiede una laurea o un titolo di studio superiore, a dimostrazione dell’elevato livello scientifico e culturale dell’universo rosa nel comparto dell’oro nero.
Intanto anche Banca centrale iraniana (Cbi) conferma la crescita economica a due cifre del Paese e la bontà delle riforme introdotte dal neo-confermato presidente Hassan Rouhani. Prendendo in esame il calendario iraniano, nell’ultimo anno - il 1395, che si è chiuso lo scorso 20 marzo 2017 - il Prodotto interno lordo (Pil) ha segnato una crescita del 12,5%. Il dato comprende anche i proventi derivanti dal settore petrolifero e parla di un volume complessivo di 178,5 miliardi di dollari.
L’accelerazione decisiva per la crescita del Pil deriva dai proventi della vendita dell’oro nero, che è tornato sui mercati in seguito allo storico accordo sul programma atomico, che ha determinato un parziale alleggerimento delle sanzioni economiche dell’Occidente. Tuttavia, anche escludendo il petrolio resta il saldo positivo con un più 3,3% rispetto all’anno precedente.
Per il Fondo monetario internazionale (Fmi) le previsioni di crescita del Pil per il 2016-17 dovrebbero toccare quota 6,6%.
24/01/2022 11:30