Teheran reprime le manifestazioni studentesche, violenze e arresti
I principali atenei iraniani presidiati da forze di sicurezza e milizie paramilitari Basij, con il consenso dei rettori. Il 22 maggio cori e slogan alla Azad University: arrestati diversi studenti, le autorità bloccano le comunicazioni via telefono. Rettore e leader islamico chiedono una rigida applicazione delle regole in materia di velo islamico.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Il regime iraniano continua la repressione del movimento studentesco, con le milizie paramilitari dislocate a presidio di campus e università. Le forze di sicurezza e i Basij – legati ai guardiani della rivoluzione – attaccano e arrestano studenti vicini all’opposizione. Nel frattempo il capo della sicurezza dell’università di Teheran ha annunciato il divieto di ingresso nell’ateneo alle studentesse che non indossano l’hijab, il velo islamico, in modo conforme. Una decisione apprezzata dall’ayatollah Ahmad Janati, che invita a legare il rendimento scolastico alla “stretta osservanza” dei precetti della Repubblica islamica.
Il 22 maggio scorso una protesta lanciata dagli studenti dell’Azad University Central Teheran Branch è stata repressa con la forza dalle milizie Basij e dalla sicurezza. I giovani protestavano contro arresti ed espulsioni di colleghi della facoltà di ingegneria. Essi hanno intonato slogan e canti dell’Onda verde – il movimento anti-governativo iraniano – fra cui “Morte al dittatore” e “Noi sosteniamo i nostri coraggiosi studenti”. Non è possibile sapere quanti arresti e feriti vi siano stati al termine del raid, perché le autorità hanno bloccato il funzionamento dei telefoni cellulari nell’area.
Non è la prima volta che una manifestazione presso l’università di Azad degenera in violenze, con una presenza sempre più massiccia – a quanto riferiscono gli studenti – di forze paramilitari e agenti in borghese, che presidiano i dipartimenti con il consenso del rettore. Nelle scorse settimane proteste e manifestazioni si sono ripetute in altri atenei del Paese. In un paio di occasioni la protesta è coincisa con una visita del presidente Mahmoud Ahmadinejad ed è stata repressa con percosse e arresti arbitrari.
Nei giorni scorsi si sono infine registrati due interventi ufficiali favorevoli all’applicazione di regole ferree in materia di abbigliamento negli atenei. Il rettore dell’università di Teheran ha annunciato il divieto di ingresso nel campus alle ragazze che non indossano in modo corretto il velo islamico. Una decisione condivisa da Ahmad Janati, esponente dell’ala religiosa radicale iraniana, vicina al presidente Ahmadinejad, che nella preghiera del venerdì ha sottolineato: “se gli studenti vogliono ottenere un buon voto, devono seguire le regole dell’hijab”. Esse – aggiunge l’ayatollah conservatore – vanno applicate in tutte le istituzioni governative, gli ospedali e i centri pubblici.
Vedi anche