Teheran in soccorso di Damasco contro la nuova risoluzione dell'Onu
Il ministro degli esteri Mottaki va a Damasco e definisce la risoluzione 1680 "un'eresia ed una violazione del diritto internazionale". Per il governo libanese "è una buona risoluzione", il patriarca Sfeir è un bene che il Libano aspettava da tempo".
Beirut (AsiaNews) L'Iran si è immediatamente schierato a fianco della Siria nel giudizio negativo sulla risoluzione 1680 del Consiglio di sicurezza (che, tra l'altro, chiede alla Siria ed al Libano di delimitare i confini e stabilire rapporti diplomatici), che ha invece trovato eco favorevole da parte del mondo politico libanese (a parte, naturalmente, Hezbollah) e nel patriarca maronita Nasrallah Sfeir.
Siria ed Iran non si sono limitati a definire la 1680 "un'eresia ed una violazione del diritto internazionale", ma hanno anche chiesto "a certi membri del Consiglio di sicurezza, di assumersi le loro responsabilità, opponendosi a questo tipo di decisioni che finiranno per indebolire l'Onu". Il riferimento, che sembra un rimprovero a Russia e Cina, è stato fatto dal ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki, volato a Damasco immediatamente dopo l'approvazione, ieri, della risoluzione, nel corso di una conferenza stampa congiunta con il suo collega siriano Walid Moallem. Latore di un messaggio del presidente iraniano Ahmadinejad consegnato personalmente al presidente siriano Assad (sul contenuto del quale le fonti dei due Paesi tacciono) Mottaki ha affermato che il suo Paese "sostiene il miglioramento dei rapporti siro-libanesi, ma nel rispetto della volontà politica prevalente nei due Paesi".
La Siria, che ieri aveva parlato di "ingerenza" e di decisione "senza precedenti", oggi, per bocca di Moalem ha accusato coloro che hanno voluto la 1680 (Usa, Gran Bretagna e Francia, che hanno avuto il voto favorevole di 13 dei 15 membri del Consiglio e l'astensione di Russia e Cina) di voler "internazionalizzare" i rapporti tra Beirut e Damasco.
Sulla stessa linea, in Libano, Hezbollah, per il quale la 1680 "non serve gli interessi libanesi, ma stranieri". Il documento delle Nazioni Unite, inoltre, "contraddice gli sforzi puntigliosi, portati avanti a diversi livelli, che mirano ad assicurare lo stabilimento di buoni rapporti tra Libano e Siria". Il Consiglio di sicurezza, secondo il Partito di Dio, "si è arrogato il diritto di ingerirsi in questioni riguardanti la sovranità di due Paesi indipendenti".
Opposto il giudizio del primo ministro libanese, Fouad Siniora, secondo il quale la 1680 "è una buona risoluzione, perché incoraggia i due Paesi a cooperare per l'applicazione delle decisioni che sono state prese nel Dialogo interlibanese". Sulla stessa linea gli esponenti della maggioranza parlamentare.
Dal canto suo, il patriarca Sfeir ha definito la decisione dell'Onu "un bene che il Libano aspettava da tempo. Speriamo che la Siria l'accetti in buona fede". Libano e Siria, ha aggiunto, "hanno il diritto di essere indipendenti, liberi, con confini ben determinati".