04/07/2023, 14.39
CINA-INDIA-IRAN
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Teheran debutta nella Sco, Xi promuove la sua cooperazione

Con il vertice virtuale sotto la presidenza di New Delhi completata l'adesione dell'Iran come nono Paese membro della Shanghai Cooperation Organisation. La Cina esalta la Belt and Road Initiative stigmatizzando l'uso della sicurezza nazionale come strumento di coercizione economica. Scintille tra India e Pakistan sul terrorismo. 

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Con il vertice virtuale tra capi di Stato e di governo tenutosi oggi sotto la presidenza indiana, l’Iran è diventato a tutti gli effetti il nono membro della Shanghai Cooperation Organisation, il forum di collaborazione politica ed economica in materia di sicurezza che vede insieme Russia, Cina, India, Pakistan e i Paesi dell’Asia Centrale. Mentre collegato da Teheran il presidente Ebrahim Raisi salutava il momento come “storico”, la bandiera iraniana è stata issata insieme alle altre davanti alla sede della SCO a Pechino.

Fondata nel 2001 da Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan e Uzbekistan, la Shanghai Cooperation Organisation aveva già visto nel 2017 l’ingresso di India e Pakistan. Ora è la volta di Teheran, che sarà presto seguita dalla Bielorussia (che ha già lo status di osservatore insieme a Mongolia e Afghanistan). Il governo di Lukashenko ha infatti oggi firmato un memorandum che apre all’ingresso a pieno titolo. Vi sono poi 14 Paesi che hanno siglato accordi in qualità di “partner di dialogo”: tra questi figurano la Turchia, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, il Qatar, l’Egitto.

Le ambizioni globali di questo organismo sono evidenti e vanno ormai ben al di là della cooperazione sul piano della sicurezza. Con il riconoscimento dello status di Paese membro all’Iran i Paesi della SCO si estendono ora su un'area di 36 milioni di chilometri quadrati, tre quinti dell'Eurasia, con una popolazione di 3,4 miliardi di persone, circa il 43% della popolazione mondiale. Vantano uno prodotto interno lordo combinato che rappresenterebbe circa il 30% di quello globale.

Non a caso nel suo intervento il presidente cinese Xi Jinping ha invitato i partner a promuovere una "cooperazione pragmatica per accelerare la ripresa economica". In aperta polemica con Washington, ha esortato a opporsi al protezionismo, alle sanzioni unilaterali e all'uso della sicurezza nazionale come strumento di coercizione economica, respingendo i tentativi di "costruire muri" o interrompere le catene industriali e di approvvigionamento. E ha concluso sottolineando il legame stretto tra questa visione e le “strategie di sviluppo” proposte dalla Belt and Road Initiative.

Tra le dichiarazioni nei vertici e la combinazione concreta degli interessi di ciascuno, però, la distanza nella Sco resta comunque grande. E a ricordarlo, durante il vertice, è stato lo stesso padrone di casa, il premier indiano Narendra Modi, che - riportando il forum al suo tema primario della sicurezza - nel suo discorso iniziale ha fatto riferimento ad “alcuni Paesi che usano le frontiere per dare rifugio ai terroristi”, con una chiara allusione al Pakistan ma anche alla Cina che sostiene Islamabad e ancora pochi giorni fa ha bloccato una risoluzione all’Onu su questo tema. “I Paesi della Sco - ha aggiunto - dovrebbero condannare questo comportamento. Non ci dovrebbero essere due pesi e due misure sul terrorismo”. Il premier pachistano Shehbaz Sharif ha replicato dicendo che “ogni tentazione di sfruttare il terrorismo per ottenere vantaggi diplomatici deve essere contrastata a tutti i costi. E anche il terrorismo di Stato deve essere denunciato con forza”.

Il summit di oggi è stato infine l’occasione per il ritorno - pur virtuale - di Wladimir Putin a un tavolo internazionale dopo la tensione a Mosca seguita all’ammutinamento poi rientrato della Compagnia Wagner. Il presidente russo ha rassicurato i leader sulla stabilità e l'unità del Paese, dichiarando la volontà di rafforzare i legami con la SCO e di sostenere il passaggio alle valute locali per il regolamento degli scambi commerciali.

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