Teheran, scarcerata (in anticipo) donna simbolo della lotta contro il velo obbligatorio
Vida Movahedi era stata condannata a un anno di galera per essersi tolta l’hijab in pubblico. Il 26 maggio le autorità le hanno comunicato la commutazione della pena e il provvedimento di rilascio. Durante il processo aveva rivendicato la propria opposizione al velo e il diritto alla “rivolta civile”.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità iraniane hanno scarcerato in anticipo sulla scadenza dei termini Vida Movahedi, una delle donne simbolo della protesta contro il velo obbligatorio nella Repubblica islamica. Secondo quanto riferisce l’avvocato Payam Derafshan la giovane, condannata a un anno per essersi tolta l’hijab in pubblico, la sera del 26 maggio “è stata convocata dalle autorità carcerarie” che le hanno comunicato “la commutazione della pena e che era libera di andarsene”.
Movahedi, 20 anni, è stata arrestata lo scorso mese di ottobre per essersi mostrata con il capo scoperto (nella foto) nella centrale piazza di Enghelab [Rivoluzione, in persiano], agitando col braccio il velo e alcuni palloncini rossi. I giudici l’hanno incriminata per aver incoraggiato “la corruzione e la dissolutezza”.
Durante il dibattimento in aula la giovane ha rivendicato la propria “opposizione al velo islamico obbligatorio” e che ha voluto esprimere la propria opinione sotto forma di una “rivolta civile”.
Movahedi, madre di una bambina di due anni, aveva già promosso proteste pubbliche alla fine di dicembre del 2017 nel centro di Teheran, diventando il volto e il simbolo di una lotta repressa con la forza dalle autorità. E come decine di altre donne era finita nella rete delle autorità, che ne avevano disposto l’arresto.
Il velo è diventato obbligatorio in Iran in seguito all’ascesa al potere degli ayatollah con la Rivoluzione islamica del 1979. La lotta contro la norma che ne impone l’obbligo non è un fenomeno recente, ma dall’inizio dello scorso anno il movimento è cresciuto e ha acquisito sempre maggiore vigore e visibilità.
L’avvocato Nasrin Sotoudeh, celebre per aver difeso diverse donne arrestate fra il dicembre 2017 e il gennaio 2018 per aver tolto l’hijab in pubblico come la stessa Movahedi, è in cella dal giugno 2018 per una condanna a cinque anni di carcere. Fra i capi di accusa quello di “spionaggio”. Nelle scorse settimane il marito ha riferito che l’attivista ha ricevuto una ulteriore condanna a 10 anni “per incitamento alla depravazione”.
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