Teheran, l’ayatollah Khamenei conferma la rielezione di Ahmadinejad
Il presidente iraniano, al secondo mandato, giurerà il 5 agosto. Assenti alla cerimonia di oggi i principali leader dell’opposizione, fra cui l’ex presidente Rafsanjani e Moussavi. Ahmadinejad deve sciogliere il nodo della squadra di governo, che deve ottenere l’approvazione del Parlamento.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – La guida suprema Ali Khamenei ha approvato in via ufficiale la vittoria alle urne, il 12 giugno scorso, di Mahmoud Ahmadinejad. Lo riferisce la tv di Stato iraniana Al-Alam, a due giorni dal giuramento ufficiale del presidente – al secondo mandato – in programma il prossimo 5 agosto.
Oggi l’ayatollah Khamenei ha confermato il leader conservatore alla guida del Paese, nonostante le ripetute accuse di brogli da parte dell’opposizione e le numerose manifestazioni di piazza delle scorse settimane, represse nel sangue. La guida suprema ha dichiarato che “la vittoria di Ahmadinejad” è il frutto di una battaglia “contro l’arroganza e per la giustizia”.
Alla cerimonia – che non è stata trasmessa in diretta tv – non hanno partecipato i principali leader dell’opposizione, fra cui l’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, Mir Hussein Moussavi e Mehdi Karroubi, entrambi sconfitti alle presidenziali del 12 giugno.
Mahmoud Ahmadinejad, 52 anni, il 5 agosto giurerà davanti al parlamento per il suo secondo mandato alla presidenza della Repubblica islamica. Nonostante il sostegno formale ricevuto oggi dalla guida suprema, egli rimane sotto il fuoco incrociato degli oppositori e dei suoi stessi alleati nello schieramento conservatore del Paese, che hanno messo in dubbio la sua “fedeltà” a Khamenei.
Nei giorni scorsi la nomina – poi annullata – di Esfandiar Rahim-Mashai a primo vice-presidente, voluta da Ahmadinejad e sconfessata dal leader supremo, è sembrato un segnale di evidente tensione nella leadership del Paese. Una seconda sfida che dovrà affrontare il neo-presidente è la formazione di una squadra di governo “credibile”, che possa godere del sostegno parlamentare.
I membri dell’opposizione accusano Ahmadinejad di incapacità politica e di aver vinto le elezioni solo grazie a brogli. Egli sarebbe infatti responsabile di “cattiva gestione dell’economia, di aver contribuito alla crescita dell’inflazione, aver sprecato le risorse del Paese e manipolato le statistiche per coprire i fallimenti della sua presidenza”.
La vigilia dell’insediamento è accompagnata dall’ennesima ondata di repressione lanciata dalle autorità contro oppositori e manifestanti. Il primo agosto più di 100 riformisti e attivisti pro-democrazia sono stati messi sotto processo a Teheran, con l’accusa di cospirazione, attività sovversive e atti vandalici. Il processo è proseguito anche nella giornata di ieri.
Mohammad Khatami, ex presidente e leader moderato, ha condannato con forza i processi a carico degli oppositori. Egli ha sottolineato che i procedimenti "violano la Costituzione, sono contrari alla legge e negano i diritti dei cittadini". Il leader dell'opposizione ha infine aggiunto che le confessioni sono state estorte in "circostanze che non sono valide", facendo un chiaro riferimento a torture e abusi verso i prigionieri.
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