Teheran, i funerali di Mohsen Fakhrizadeh fra accuse a Israele e minacce di vendetta
Il corpo seppellito in un cimitero a nord della capitale. Alle esequie l’ayatollah Khamenei e l’immagine del generale Soleimani. Per il presidente Rouhani il Paese di vendicherà “a tempo debito”. Ma l’ala dura mira a risposte immediate, nel mirino la città portuale di Haifa. Sullo sfondo il futuro presidente Usa Biden e l’accordo nucleare.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) - In Iran si sono svolti oggi i funerali dell’esperto nucleare Mohsen Fakhrizadeh, assassinato lo scorso 27 novembre alle porte di Teheran in una imboscata i cui contorni e gli autori (assieme ai mandanti) restano tuttora ignoti. Il corpo è stato seppellito in un cimitero a nord di Teheran, a conclusione di una cerimonia solenne. Durante le esequie si sono susseguiti canti a sfondo religioso che alludevano al martirio dell’imam Hossein, figura risalente al settimo secolo e ritenuta sacra per l’islam sciita.
Sul palco una gigantografia dello scienziato accanto al leader supremo ayatollah Ali Khamenei. Assieme all’immagine di Fakhrizadeh vi era anche quella di un’altra personalità di primo piano del Paese, il generale Qasem Soleimani ucciso ai primi di gennaio in un attacco sferrato a colpi di droni, mentre si trovava in missione in Iraq.
Il presidente Hassan Rouhani ha già annunciato che la Repubblica islamica si vendicherà per l’assassinio “a tempo debito” e non si farà “intrappolare” dalla fretta, anche in considerazione dell’imminente passaggio di consegne alla Casa Bianca. Da Teheran, infatti, si guarda con attenzione al cambio fra l’amministrazione repubblicana guidata da Donald Trump, che ha disposto le più dure sanzioni della storia dopo il ritiro dall’accordo nucleare (Jcpoa), e l’arrivo del successore democratico Joe Biden.
Più duro l’intervento di Khamenei, che ha invocato una punizione durissima per gli assassini dello scienziato nucleare. Una “reazione” è ciò che chiede il presidente del Parlamento Mohammad-Bagher Ghalibaf, che funga da “deterrente e come vendetta” per l’uccisione dello scienziato 59enne. Il Majlis dell’Iran ha invocato la fine dei controlli internazionali ai siti nucleari, mentre un alto ufficiale auspica che il Paese abbandoni il trattato di non proliferazione delle armi.
Da più parti montano pure le accuse contro Israele, ritenuta responsabile dell’omicidio del “padre” del programma atomico degli ayatollah. Il presidente Rouhani ha definito lo Stato ebraico il “mercenario” di Washington, chiamato a compiere il lavoro sporco in più di una occasione.
L’emittente iraniana di lingua inglese PressTv afferma che le armi usate per compiere l’attacco sono di fabbricazione israeliana. Esse portano “specifiche” caratteristiche, riconducibili “all’industria militare israeliana”. L’agenzia semi-ufficiale Fars aggiunge che Fakhrizadeh sarebbe stato colpito da una mitragliatrice azionata a distanza da un telecomando. Il canale in lingua araba Al Alam TV parla di armi “controllate da un satellite”, sebbene sul luogo in cui si è consumato l’agguato fosse presente un commando di terra come hanno riferito alcuni testimoni.
Sul fronte israeliano, il ministro dell’Intelligence Eli Cohen ha dichiarato di “non sapere” chi siano i responsabili dell’attacco. Per il quotidiano Haaretz l’assassinio è “chiaramente legato” al prossimo insediamento alla Casa Bianca di Biden, ovvero un messaggio al presidente eletto circa “il malcontento di Israele, di fronte all’ipotesi di un ritorno americano agli accordi nucleari”.
Fra le nazioni arabe, gli Emirati Arabi Uniti (Eau) sono stati fra i primi a condannare l’assassinio e a invocare moderazione fra le parti. Tuttavia, in Iran vi è già chi alimenta i venti di guerra: il quotidiano radicale Kayhan, il cui direttore è nominato dal leader supremo, invoca un attacco mirato alla città portuale israeliana di Haifa “nel caso in cui sia provato un ruolo di Israele”.
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