Tbilisi accelera sulla legge anti-oligarchi
Richiesta per l'adesione all'Unione europea ricalca quella analoga adottata in Ucraina. Approvata in parlamento in prima lettura tra le proteste delle opposizioni, che sostengono sia un'arma contro i politici sgraditi al governo. Il fondatore del Sogno georgiano Ivanišvili escluso dalle sue misure in quanto "mecenate e benefattore".
Tbilisi (AsiaNews) - In Georgia potrebbe entrare in vigore in tempi brevissimi la nuova legge detta della “de-oligarchizzazione”, un termine imposto dall’Europa come una delle condizioni per inserire Tbilisi tra i candidati a membro della Ue. Il parlamento ha approvato il testo in prima lettura, copiandolo totalmente dall’analoga legge ucraina, suscitando con questo molte proteste da parte delle opposizioni, che in gran parte non hanno partecipato al voto.
Gli avversari della maggioranza temono che la legge possa essere usata come arma nei confronti dei politici sgraditi al Sogno georgiano, il partito al potere, a cominciare dall’ex-presidente Mikhail Saakašvili, in prigione e in cattive condizioni di salute. Di lui ha parlato in questi giorni il presidente del partito Iraklij Kobakhidze, promettendo appunto di applicare quanto prima il decreto di de-oligarchizzazione, e accusando gli oppositori del Movimento nazionale di “essere interessati soltanto a riportare gli oligarchi al potere, come Saakašvili e Kezerašvili, e non di adempiere alle richieste dell’Europa… Noi vogliamo agire nell’interesse esclusivo del Paese, e non vogliamo vedere il ritorno di coloro che hanno accumulato milioni e miliardi sporchi di sangue, sulla pelle del nostro popolo”.
All’ex-presidente vengono associati in diverse accuse il suo principale sostenitore, l’ex-ministro della difesa David Kezerašvili, oggi proprietario del canale tv di opposizione “Formula”, ma anche i banchieri Mamuka Khazaradze e Badri Džaparidze, i leader del partito liberal-nazionalista “Lelo”. Invece il fondatore del Sogno georgiano Bidzina Ivanišvili, l’uomo più ricco della Georgia, per i suoi sodali non può essere considerato un oligarca, ma solo “un mecenate e un benefattore”.
Il paradosso è che il Movimento nazionale si oppone al modello legislativo ucraino dopo esserne stato il principale sostenitore, in quanto lo stesso Saakašvili, nel periodo della sua attività politica in Ucraina, ne è stato uno degli ispiratori. La leader del partito Khatija Dekanoidze, dichiarando il suo voto contrario, ha spiegato che la nuova legge “intende mettere Ivanišvili al di sopra della legge”, laddove la sua influenza sulla politica sarebbe innegabile, mentre “questa legge di facciata viene usata solo contro gli oppositori”. Il Movimento ha promesso tempo fa di presentare un progetto di legge alternativo, ma finora non è riuscito a trovare una formula accettabile.
Il vice-speaker in quota di minoranza, Levan Ioseliani del partito “Cittadini”, è intervenuto in controtendenza, accettando di partecipare al comitato parlamentare per la preparazione delle leggi corrispondenti alle richieste della Ue. Anch’egli però ha contestato alcuni punti della legge sugli oligarchi, esprimendo voto contrario perché “la legge non corrisponde alla nostra realtà; noi dobbiamo fare una legge per i georgiani, come gli ucraini e i moldavi le fanno per i propri popoli… noi abbiamo altre tipologie di oligarchi”.
Secondo le diverse opposizioni, in tutti gli organi di potere rimangono diversi strati del sistema messo in piedi da Ivanišvili al tempo della sua guida del governo, con molti personaggi provenienti dalla sua cerchia ristretta e dalle sue strutture finanziarie. Le stesse autorità dell’Ucraina hanno messo sotto sanzioni alcuni esponenti di questa “casta filo-russa”, suscitando le proteste del Sogno georgiano. Gli oppositori sperano che venga inserito tra i sanzionati lo stesso Ivanišvili, prima dei sei mesi entro i quali si attende la risposta di Bruxelles sulle nuove leggi di Tbilisi.
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