Tashkent pronta a inviare migranti a Seoul
Il ministro del Lavoro Behzod Musaev si è recato a Seoul per discutere con i funzionari sudcoreani un ampliamento dei settori in cui possono essere impiegati i lavoratori uzbeki. Le imprese della Corea del Sud hanno chiesto che il visto per migranti non qualificati venga esteso a nuovi ambiti. Da quando il presidente Yoon è entrato in carica c'è stato un rilascio record di permessi di lavoro.
Seoul (AsiaNews) - Se da una parte si sono ristrette le opportunità lavorative per i migranti uzbeki in Russia, si stanno aprendo nuove possibilità in Corea del Sud. Questa settimana il ministro dell'Occupazione e della Riduzione della povertà, Behzod Musaev, si è recato a Seoul per discutere con i funzionari sudcoreani un ampliamento dei settori in cui possono essere impiegati i lavoratori uzbeki.
L’Uzbekistan fa parte di un gruppo di 16 Paesi (Bangladesh, Cambogia, Cina, Indonesia, Kirghizistan, Laos, Mongolia, Myanmar, Nepal, Pakistan, Filippine, Sri Lanka, Thailandia, Timor Est e Vietnam) ai quali è riservato il visto E-9 per “impiego non qualificato”. Fino a qualche mese fa i titolari di visto E-9 potevano lavorare nei settori dell'agricoltura, della pesca, della manifattura e dell'edilizia. Ma da aprile il governo sudcoreano ha accolto le richieste degli imprenditori locali di impiegare manodopera straniera in una serie più ampia di settori, includendo la ristorazione, il turismo, la silvicoltura e l'estrazione mineraria.
Dopo un incontro, due giorni fa, con il proprio omologo coreano, il ministro del Lavoro e dell'Occupazione Lee Jung-sik, Musaev ha annunciato su Telegram che anche i cittadini uzbeki potranno essere impiegati in questi settori.
Musaev ha incontrato anche il presidente dell'Associazione dell'industria automobilistica della Corea del Sud, Kwak Young-cheol, che ha dichiarato che l'industria ha bisogno di circa 3mila lavoratori aggiuntivi all'anno, ma in questo caso si tratterebbe di lavoratori specializzati, a quali viene rilasciato un visto diverso, l’E-7, per cui anche i migranti possono fare domanda. Sebbene non sia stato annunciato un accordo specifico, il ministro uzbeko ha riportato su Telegram le parole di Kwak Young-cheol, affermando che i coreano “vogliono cooperare con l'Uzbekistan a questo proposito”.
Gli sviluppi riflettono i problemi demografici della Corea del Sud, che è alla prese con un veloce invecchiamento della popolazione e una carenza di manodopera giovane. La rivista sull’Asia The Diplomat ricorda che da quando è entrato in carica il presidente Yoon Suk-yeol, il tetto per i visti E-9 si è alzato a 110mila nel 2023, e secondo i media coreani potrebbe arrivare a 165mila quest’anno. In passato erano stati concessi tra i 50 e i 60mila permessi di lavoro. Alcune analisi, inoltre, sottolineano che a ottobre dello scorso anno in Corea del Sud risiedevano circa 2,49 milioni di migranti stranieri, contro i circa 1,45 milioni del 2012. Di questi, la maggior parte sono impiegati nei settori manifatturiero e minerario e provengono perlopiù dalla Cina, e solo il 4% dall’Uzbekistan.