Tante le prove che siano di San Paolo i resti all’interno del suo sarofago
I dati scientifici illustrati in Vaticano. Qualità e tipo dei tessuti e l’incenso trovati confermano che si tratta di un personaggio illustre legato alla religione. L’esame del carbonio 14 “non smentisce e non conferma”. Per avere la certezza saranno necessari ulteriori accertamenti.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Aveva abiti di tessuto pregiato, di lana, colorato di porpora, con tracce di oro zecchino, che indica una personalità importante, ci sono tracce di incenso, segnale di forte significato religioso e l’esame del carbonio, il C14, dice che i resti sono del I-II secolo. Sono i risultati delle prime indagini scientifiche svolte all’interno del sarcofago di San Paolo, posto all’interno della basilica romana dedicata all’apostolo delle genti. Perché sia scientificamente provato che i resti siano proprio i suoi occorreranno altre indagini. Quelle realizzate finora “non confermano e non escludono” che sia così. Il che non è poco.
Il punto sull’esame scientifico del contenuto del sarcofago di San Paolo è stato illustrato oggi nella Sala stampa della Santa Sede dal card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della basilica, da Ulderico Santamaria, docente di Scienza e tecnologia dei materiali all’Università della Tuscia e direttore del Laboratorio di diagnostica per la conservazione e restauro dei Musei vaticani.
L’indagine all’interno del sarcofago, che nel corso dei secoli non è stato mai aperto, è stata compiuta praticando una piccolissima perforazione per introdurre una speciale sonda, che ha permesso di osservare e compiere prelievi, ma nel rispetto, ha sottolineato il prof. Santamaria “della sacralità del luogo”. L’esame del carbonio 14, ha specificato poi, ha fatto emergere che i resti risalgono a un periodo compreso fra il I e il II secolo, il che coincide con la tradizione, ma certo la finestra temporale è di due secoli. Non esclude e non conferma, insomma. Occorreranno altri esami.
I dati forniti oggi erano stati in parte anticipati da Benedetto XVI, al momento della chiusura dell’Anno paolino. L’esame, aveva detto allora il Papa, “sembra confermare l'unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell'apostolo Paolo: tutto questo – aveva commentato - riempie il nostro animo di profonda emozione”.
Quello di oggi è stato in un certo senso l’ultimo atto compiuto dal card. Cordero Lanza di Montezemolo come arciprete della Basilica di San Paolo. Proprio oggi, infatti, il Papa ha accolto le sue dimissioni per raggiunti limiti di età, nominando al suo posto mons. Francesco Monterisi, attuale segretario della Congregazione dei vescovi e del Collegio cardinalizio: nel prossimo Concistoro dovrebbe essere elevato alla porpora e sarà rispettata così una tradizione che vuole fatto cardinale colui che era segretario del Collegio cardinalizio durante il Conclave.
Oggi il card. Lanza di Montezemolo ha ringraziato il Papa per la possibilita' avuta, "quando avevo già superato il limite canonico dei 75 anni (ne ha più di 80, ndr), di contribuire all'Anno Paolino e, essendo io architetto, di poter dare quello che altri hanno definito un notevole impulso al rinnovamento di quella Basilica”. Il riferimento del cardinale è al progetto da lui stesso firmato per la realizzazione di una area archeologica aperta al pubblico e di un edificio con servizi per i pellegrini che visitano la basilica.
Vedi anche
Phnom Penh, ambiente: all'asta i crediti nazionali sul carbonio
11/02/2022 12:59
11/02/2022 12:59
Comunità di Sabah fa ricrescere la foresta durante la pandemia
07/01/2022 09:18
07/01/2022 09:18