Talitha Kum: le suore con la Costituzione indiana contro la tratta
170 religiose cattoliche in rappresentanza di 80 congregazioni aderenti all’Amrat - che fa parte di Talitha Kum, la rete che a livello internazionale contrasta la tratta di esseri umani - nel loro incontro annuale si sono impegnate nel mettere in pratica nel loro lavoro quotidiano il diritto a non essere più schiavi.
Barasat (AsiaNews) - Il tredicesimo incontro annuale del corpo generale di Amrat (Asian Movement of Women Religious Against Human Trafficking) Talitha Kum India - il movimento di religiose contro la tratta di esseri umani -, si è tenuto dal 24 al 26 novembre nel centro pastorale e di sviluppo Prajnaloy a Barasat, nello stato federale del Bengala occidentale. Sono state 170 suore dell'India provenienti da 80 congregazioni, che lavorano incessantemente contro la tratta di esseri umani, a incontrarsi e condividere le loro ultime iniziative e i più recenti progetti in questo ambito, nonché le nuove sfide affrontate nella lotta alla tratta di esseri umani. Il girono di chiusura dei lavori - il 26 novembre - in India ricorre la giornata nazionale della Costruzione: così i partecipanti si sono impegnati a portare avanti nell’eradicazione della piaga della tratta di persone, i valori della Costituzione indiana, che sulla carta prevede la piena espressione dei diritti fondamentali, tra cui l’essere liberi e non schiavi, oltre alle libertà di religione e di parola.
L'incontro è iniziato con la celebrazione della Santa Eucaristia officiata dal Vescovo Shyamal Boss della diocesi di Bariupur che nel suo discorso inaugurale, ha ribadito l'importanza di lavorare contro la tratta di esseri umani e ha espresso un grande apprezzamento per le religiose per il loro lavoro instancabile e coraggioso in questo campo e il loro contributo nella Chiesa per rafforzare la sua presenza nel contrasto alla tratta in India.
Al raduno nazionale ha preso parte anche PM Nair, un rinomato ex-ufficiale dell'IPS - Indian Police Service, le forze di polizia indiane - oggi in pensione che ha condiviso i suoi interventi personali nel salvataggio dei bambini e donne vittime di tratta e il suo atteggiamento di compassione cristiana verso i sopravvissuti di questo crimine contro l’umanità: “Bisogna lavorare non solo sul contrasto al fenomeno, ma anche sulla prevenzione della schiavitù umana”. Ha poi aggiunto che il suo motto durante il suo lavoro nelle forze dell’ordine è sempre stato: "Nessun bambino è in vendita, nessuna donna è in vendita, nessun essere umano è in vendita, e tutti lavoreremo per porre fine alla tratta di persone”. È lui che ha introdotto l’unità anti-traffico di esseri umani nella polizia in India e questo è uno dei suoi più grandi successi in questo campo.
P. Issac Rumao SJ della provincia di Gujrat, direttore della Società di servizi sociali di San Saverio ad Ahmedabad, si è rivolto alle suore impegnate ogni giorno in questa difficile missione e ha parlato dell'importanza e della forza del networking con le realtà omologhe all’estero: “Per resistere, ridurre e fermare la criminalità organizzata, bisogna essere ben organizzati attraverso la rete internazionale di sorelle attive in questo campo”. Invece Sr. Jyoti Pinto BS, presidente fondatrice di Amrat Talitha Kum India, che ha coordinato il programma del raduno e ha sottolineato “l'importanza di lavorare in solidarietà con un cuore pieno di passione per Cristo e di compassione per l’umanità”. Dal canto suo Sr. Meera Mathew RGS, l’attuale presidente dell’associazione ha fatto chiarezza sul “Potere di curare, potere di potenziare e potere di restaurare” che hanno le suore che lavorano con le vittime della tratta. “Chi di noi è impegnata nella prevenzione, salvataggio, riabilitazione e rimpatrio delle vittime - ha concluso - ha una grande responsabilità nei confronto di queste persone e del loro futuro da donne, uomini e ragazzi liberi”.
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