20/02/2025, 13.38
AFGHANISTAN - GIAPPONE
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Talebani a Tokyo per colloqui: Kabul cerca legittimazione internazionale

Una delegazione talebana si trova a Tokyo per incontrare funzionari giapponesi e discutere di assistenza umanitaria e possibili investimenti, mentre il governo nipponico ha ribadito l’importanza del rispetto dei diritti umani. L’incontro, organizzato da un’istituzione privata, durerà fino a domenica ed è stato criticato dall'opposizione afghana.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Una delegazione talebana è arrivata in Giappone nei giorni scorsi per colloqui informali con i funzionari del governo e alcuni rappresentanti di organizzazioni private, nel tentativo di ottenere aiuti umanitari ed eventualmente ristabilire relazioni diplomatiche. 

Ieri, durante uno degli incontri (la visita occuperà il tempo di una settimana, fino a domenica), il capo dell’Ufficio per gli Affari mediorientali e africani del ministero degli Esteri giapponese, Toshihide Ando, ha esortato i rappresentanti talebani a rispettare i diritti umani e ad avviare un processo politico inclusivo.

Si tratta della prima visita di una delegazione talebana in Giappone da quando il gruppo ha ripreso il controllo dell’Afghanistan dopo il ritiro delle truppe statunitensi ad agosto 2021. Per i talebani i colloqui rappresentano un tentativo di ottenere maggiore legittimità sulla scena internazionale, mentre Tokyo cerca di bilanciare il suo approccio diplomatico mantenendo una posizione critica sulle restrizioni imposte dal regime afghano alla popolazione civile.

I funzionari talebani, tra cui il viceministro dell’Economia Latif Nazari, sono atterrati il 16 febbraio su invito della Nippon Foundation, che ha dichiarato di aspettarsi la promozione di “una grande visione per la futura costruzione della nazione” e che il governo talebano - ancora ufficialmente non riconosciuto da nessun Paese della comunità internazionale - accetti “un’ampia assistenza umanitaria” a favore della popolazione.

Durante i colloqui, Ando, che ricopre anche il ruolo di rappresentante speciale del ministero per l'Afghanistan, ha chiesto ai rappresentanti afghani di affrontare “priorità urgenti” come il rispetto dei diritti delle donne e dei bambini. Dal loro ritorno al potere i talebani hanno imposto restrizioni severe alle donne, vietando loro l’istruzione, gli spostamenti senza un accompagnatore maschio e limitandone l’accesso al lavoro. 

Secondo le previsioni delle Nazioni unite, nel 2025, quasi 23 milioni di persone (circa metà della popolazione afghana) avranno bisogno di assistenza umanitaria in Afghanistan. Tra queste, 21 milioni di persone non dispongono di acqua e servizi igienici adeguati, 14,8 milioni di persone si trovano in condizione di una grave insicurezza alimentare, 14,3 milioni di persone hanno un accesso limitato alle cure sanitarie e 7,8 milioni di donne e bambini necessitano di assistenza a livello nutritivo.

Il Giappone, insieme a Paesi come Russia e Cina, mantiene aperta la propria ambasciata a Kabul, con l’intento di perseguire un “livello minimo di comunicazione” con i leader talebani. Il segretario di gabinetto giapponese, Yoshimasa Hayashi, ha sottolineato che la visita della delegazione è stata organizzata da un’istituzione privata, ma ha riconosciuto che si inserisce negli sforzi del governo di rendere l’Afghanistan un Paese più stabile e inclusivo.

Da parte sua, il viceministro Latif Nazari, in una lettera inviata all’agenzia di stampa locale Kyodo News, ha dichiarato che il popolo afghano desidera “relazioni forti, amichevoli e profonde con il Giappone”, elogiando Tokyo per la posizione di non interferenza negli affari interni del Paese. “La nostra richiesta al governo del Giappone è di fornire ulteriore assistenza al popolo afghano” in settori quali istruzione, assistenza sanitaria e infrastrutture, si legge ancora.

Il viceministro ha inoltre esortato le imprese giapponesi a investire in Afghanistan, sostenendo che “la sicurezza è stata garantita in tutto il Paese, la corruzione è stata sradicata ed è stato creato un ambiente favorevole per gli investitori".

Affermazioni che però contrastano con le recenti notizie di attentati compiuti dallo Stato islamico contro i funzionari talebani, e i rapporti delle organizzazioni internazionali sulla situazione dei diritti umani. Pochi giorni fa, a seguito di un attentato suicida avvenuto fuori dal ministero dello Sviluppo urbano a Kabul, l’ambasciata giapponese aveva scritto su X che “questi attacchi terroristici devono cessare immediatamente”.

L’incontro tra i talebani e i funzionari giapponesi è stato duramente criticato dal Fronte di resistenza nazionale dell’Afghanistan (NRF), un gruppo di opposizione fedele al governo deposto nel 2021. Abdullah Khenjani, capo dell’ufficio politico dell’NRF, ha dichiarato che “il popolo afghano è rimasto molto deluso” dall’incontro di Tokyo. Khenjani ha inoltre esortato il Giappone a non “mettere a repentaglio” la propria credibilità sostenendo, anche indirettamente, il governo talebano.

L’esponente dell’NRF ha messo in discussione la legittimità della visita, sottolineando che, pur essendo stata formalmente organizzata dalla Sasakawa Peace Foundation, il rilascio dei visti è comunque responsabilità del governo giapponese. Khenjani ha parlato da Vienna, dove era presente insieme ad Ahmad Massoud, leader dell’NRF e figlio del comandante Ahmad Shah Massoud, per partecipare a una conferenza sulla democrazia in Afghanistan.

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