Takieng, la “lanterna” convertita a Cristo, capace di vincere la malattia
di Weena Kowitwanij
Sirinporn Kangsawiwat ha 30 anni ed è affetta da miastenia gravis, una patologia neuromuscolare. Nata in una famiglia buddista, riceve il battesimo la notte di Natale del 2000. Ad avvicinarla a Dio, le sofferenze e i dolori quotidiani. La fede, spiega, non risolve i problemi ma permette di “attraversare le difficoltà”.
Bangkok (AsiaNews) – La fede cristiana non esime “dai problemi della vita quotidiana”, ma l’amore di Dio e la speranza in Lui permettono di “attraversare tutte le difficoltà”. È quanto racconta Sirinporn Kangsawiwat, ragazza 30enne, convertita dal buddismo al cattolicesimo, che ha ricevuto il battesimo la notte di Natale del 2000. E le sue non sono solo parole dettate dalle buone intenzioni, ma il frutto di una sofferenza vissuta giorno per giorno, offerta al Signore e condivisa con altri malati o affetti da disabilità. “Takieng” – questo il soprannome scelto dalla ragazza, che significa “lanterna” in thai – infatti è affetta da miastenia gravis, patologia neuromuscolare spesso difficile da indentificare e trattare in modo adeguato.
Sirinporn Kangsawiwat ha raccontato la sua storia in un’intervista a p. Vatchasil Kitcharoen, nel corso del programma “Dio è con noi” e trasmesso da un canale televisivo cattolico. La donna è nata in una famiglia buddista di cinque figli, fra fratelli e sorelle, una delle quali è morta tempo fa per la stessa malattia di Sirinporn, la miastenia gravis, che in alcuni casi non consente aspettative di vita superiori ai 20 anni. Fin da piccola, spiega, i genitori non nutrivano grandi aspettative su di lei e “per facilitarmi la vita” hanno deciso di non mandarla a scuola. Ha ricevuto l’istruzione di base da una fondazione per le persone affette da disabilità, inserita all’interno dell’ospedale governativo in cui “vado dall’età di 7 anni per le terapie”.
Dopo soli tre anni la famiglia è colpita da gravi problemi finanziari e non può più permettersi “il lusso” di mantenere la bambina all’interno del complesso ospedaliero. Arriva la disperazione, l’impotenza, il dramma di un dolore fisico che sembra non trovare pace: “ho pianto disperata tutta la notte – racconta – lamentandomi con Dio per la sfortuna che mi è capitata”. Il mattino seguente riceve una telefonata da una ragazza disabile, straniera e cristiana, che le recita un suo verso: “Dio si prende ben cura della mia vita”.
Quella chiamata, quelle parole le sembrano una risposta al grido di sofferenza e dolore lanciato a Dio la notte precedente. Decide così di studiare il catechismo assieme alla sorella, che nel frattempo sposa un cattolico, quindi la notte di Natale del 2000 ricevono entrambe il battesimo. La messa e la liturgia le concedono momenti di “pace” e “forza nel cuore”; la Parola di Dio e l’omelia dei sacerdoti sembrano, di tanto in tanto, risposte alle domande e ai dubbi interiori che la tormentano. Un’amica affetta anch’essa da disabilità, sottolinea “Takieng”, si è congratulata con lei “perché sono cambiata nel profondo, da una persona rancorosa mi sono trasformata in una generosa”.
“A darmi forza – aggiunge – è anche una frase di Madre Teresa, in cui afferma che ‘ non possiamo fare grandi cose sulla terra, ma piccole cose con grande amore’. Queste parole mi impressionano al punto da spingermi a diventare volontaria della Fondazione per persone affette da disabilità” e aiutare così quanti come lei hanno problemi o patologie più o meno gravi. In queste settimane di Avvento, che preparano alla nascita di Gesù, Sirinporn Kangsawiwat conferma che la fede non elimina i problemi e le difficoltà, ma l’amore di Dio e la speranza sono il mezzo per affrontare e superare qualsiasi tipo di difficoltà.
Sirinporn Kangsawiwat ha raccontato la sua storia in un’intervista a p. Vatchasil Kitcharoen, nel corso del programma “Dio è con noi” e trasmesso da un canale televisivo cattolico. La donna è nata in una famiglia buddista di cinque figli, fra fratelli e sorelle, una delle quali è morta tempo fa per la stessa malattia di Sirinporn, la miastenia gravis, che in alcuni casi non consente aspettative di vita superiori ai 20 anni. Fin da piccola, spiega, i genitori non nutrivano grandi aspettative su di lei e “per facilitarmi la vita” hanno deciso di non mandarla a scuola. Ha ricevuto l’istruzione di base da una fondazione per le persone affette da disabilità, inserita all’interno dell’ospedale governativo in cui “vado dall’età di 7 anni per le terapie”.
Dopo soli tre anni la famiglia è colpita da gravi problemi finanziari e non può più permettersi “il lusso” di mantenere la bambina all’interno del complesso ospedaliero. Arriva la disperazione, l’impotenza, il dramma di un dolore fisico che sembra non trovare pace: “ho pianto disperata tutta la notte – racconta – lamentandomi con Dio per la sfortuna che mi è capitata”. Il mattino seguente riceve una telefonata da una ragazza disabile, straniera e cristiana, che le recita un suo verso: “Dio si prende ben cura della mia vita”.
Quella chiamata, quelle parole le sembrano una risposta al grido di sofferenza e dolore lanciato a Dio la notte precedente. Decide così di studiare il catechismo assieme alla sorella, che nel frattempo sposa un cattolico, quindi la notte di Natale del 2000 ricevono entrambe il battesimo. La messa e la liturgia le concedono momenti di “pace” e “forza nel cuore”; la Parola di Dio e l’omelia dei sacerdoti sembrano, di tanto in tanto, risposte alle domande e ai dubbi interiori che la tormentano. Un’amica affetta anch’essa da disabilità, sottolinea “Takieng”, si è congratulata con lei “perché sono cambiata nel profondo, da una persona rancorosa mi sono trasformata in una generosa”.
“A darmi forza – aggiunge – è anche una frase di Madre Teresa, in cui afferma che ‘ non possiamo fare grandi cose sulla terra, ma piccole cose con grande amore’. Queste parole mi impressionano al punto da spingermi a diventare volontaria della Fondazione per persone affette da disabilità” e aiutare così quanti come lei hanno problemi o patologie più o meno gravi. In queste settimane di Avvento, che preparano alla nascita di Gesù, Sirinporn Kangsawiwat conferma che la fede non elimina i problemi e le difficoltà, ma l’amore di Dio e la speranza sono il mezzo per affrontare e superare qualsiasi tipo di difficoltà.
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