Tajikistan, scontro a fuoco nella capitale: 17 vittime, coinvolto un ex ministro
Dushanbe (AsiaNews/Agenzie) – Un attacco “terroristico” avvenuto alla periferia della capitale del Tajikistan e in contemporanea in un edificio del ministero degli Interni ha provocato 17 vittime. La conferma viene dallo stesso dicastero, secondo il quale negli scontri sono morti otto poliziotti e due assalitori. Gli altri potrebbero essere civili. Secondo le autorità, dietro vi sarebbe l’ex vice ministro della Difesa Abuhalim Nazarzoda.
La violenza si è verificata ieri, ma è stata confermata soltanto oggi: “Un gruppo criminale organizzato – scrive il ministero – ha lanciato un attacco a Vahdat [poco fuori Dushanbe ndr] e in un edificio della capitale. Un gran numero di armi e munizioni è stato preso e portato via dai terroristi”. Il commando “guidato dal generale Nazarzoda” sarebbe poi fuggito verso l’area Romit Gorge: “Stiamo cercando loro e i loro complici”.
Scontri armati di questo tipo sono molto rari nel Paese. Alla base potrebbe esserci una controversia nata sul ruolo dell’islam nella vita pubblica: la maggioranza della popolazione è musulmana, ma il Tajikistan – ex Stato satellite dell’Unione Sovietica – ha una lunga storia politica di stampo secolare. Crisi economica e difficoltà interne hanno rilanciato alcune forme di islam radicale, in particolare fra i giovani.
Il ministero della Giustizia ha bandito la scorsa settimana l’Islamic Revival Party, unica formazione politica di stampo religioso nel panorama tajiko. Tuttavia, le motivazioni potrebbero essere anche politiche: il presidente del Paese, Emomali Rakhmon, è al timone da circa 20 anni e il suo principale avversario – lo United Tajik Opposition – starebbe cercando di scalzarlo con la violenza.
Gli Stati Uniti hanno chiuso la propria ambasciata e avvertito di possibili nuove violenze.