05/06/2015, 00.00
TAJIKISTAN
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Tajikistan, assalto delle cavallette: colpiti più di 70mila ettari di terra coltivata

Attaccate le province occidentali del Paese. Coinvolte 1000 persone nella disinfestazione. Le autorità hanno trattato più di 55mila ettari di terreni agricoli. Nel 1996 la Fao ha creato una Unità per gestire le emergenze. L’invasione delle locuste colpisce tutta l’Asia Centrale, la Russia e il Caucaso.

Dushanbe (AsiaNews) - Più di 70mila ettari di terreni coltivati in Tajikistan sono stati infestati dalle cavallette. Le autorità stanno trattando le zone colpite con insetticidi. Colpita tutta la parte occidentale del Paese, da nord a sud. L’infestazione dei terreni agricoli da parte delle locuste è una piaga che colpisce in maniera ciclica i Paesi dell’Asia centrale, del Caucaso e le zone meridionali della Russia.

In base ai dati forniti dall’impresa statale “Locust Control”, le autorità hanno già trattato 55.300 ettari di zone infestate dalle cavallette. La provincia più colpita è quella di Khatlon (sud-ovest del Paese), dove l’invasione delle locuste ha interessato 40.400 ettari di terreni agricoli. Nella provincia di Sughd (nel nord-ovest) si registra la contaminazione di più di 20mila ettari.

Più di 1000 persone sono state coinvolte nelle operazioni di disinfestazione e diverse organizzazioni internazionali stanno fornendo supporto alla Locust Control. Nel 1996 la Fao (Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite) ha creato nel Paese centro-asiatico una Unità per la coordinazione delle emergenze, che ha lavorato all’inizio in progetti di controllo delle invasioni delle cavallette. Il programma in seguito è stato ampliato con la creazione di unità veterinarie, infrastrutture per consentire lo sviluppo agricolo del Tajikistan e rafforzare la produzione nazionale di sementi.

Quella dell’invasione dei campi coltivati è una piaga che colpisce tutti i Paesi dell’area. Nel 2000 il Kazakhstan ha disinfestato 8 milioni di ettari, come riporta l’esperto Alex Latchininsky. Nel 2013 invece, altri 3,7 milioni di ettari di terreni agricoli. Il problema, secondo l’esperto, è che “le cavallette non conoscono confini geografici”. Inoltre, “la disinfestazione deve essere effettuata in tempi brevi: tre o quattro settimane al massimo quando gli insetti sono ancora nello stadio di larva. Una volta cresciuti è molto difficile che i trattamenti diano risultati positivi”. Senza contare i danni ambientali provocati dall’uso dei pesticidi. Durante il periodo sovietico, si usavano insetticidi come il DDT, che hanno lasciato tracce all’interno delle cavallette riscontrabili ancora oggi. “Adesso invece - conclude - usiamo delle sostanze meno dannose per l’ambiente, tra cui dei trattamenti biologici che però sono più costosi e più lenti”.

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