Tajikistan, 14 detenuti morti per ‘intossicazione alimentare’. Famiglie: Sono stati torturati
I prigionieri sarebbero morti durante il trasferimento nei cellulari della polizia penitenziaria. I parenti delle vittime denunciano segni di bruciature, ossa spezzate, volti irriconoscibili. Il Paese è agli ultimi posti nella classifica mondiale per rispetto delle libertà e dei diritti.
Dushanbe (AsiaNews/Agenzie) – Almeno 14 detenuti sono morti nei giorni scorsi in Tajikistan mentre venivano trasferiti da un penitenziario all’altro. Secondo le autorità carcerarie, i prigionieri sarebbero stati stroncati da un’intossicazione alimentare dopo aver ingerito del pane ammuffito. In realtà, le famiglie delle vittime che hanno potuto dare l’ultimo saluto al parente, denunciano evidenti segni di tortura. I loro corpi sarebbero infatti martoriati da bruciature, fratture e altre violenze.
La versione ufficiale dell’amministrazione carceraria sostiene che l’avvelenamento sarebbe avvenuto nei cellulari della polizia penitenziaria. Nei giorni scorsi 128 condannati sono stati trasportati dalle prigioni della provincia settentrionale di Sughd a quelle della capitale Dushanbe e nella parte meridionale del Paese. Secondo gli agenti, i detenuti sarebbero morti dopo aver consumato il cibo avariato, mentre altri tre sarebbero sopravvissuti.
A insospettire le famiglie è stato l’atteggiamento delle guardie, che nella maggior parte dei casi ha chiesto alle famiglie di seppellire subito i morti. Al funerale di Valijon Odinaev, 42 anni, condannato per accuse legate all’estremismo, i poliziotti in borghese hanno consegnato il corpo del defunto, ordinando di celebrare il funerale “senza indugio”. Un parente della vittima, in condizione di anonimato, dichiara che il cadavere dell’uomo presentava bruciature su tutto il corpo e una profonda ferita alla nuca, “come se fosse stato colpito con un martello”.
Saodat Solehova, sorella di un’altra vittima 34enne, Nekqadam Solehov, denuncia che il “suo naso era rotto e il volto irriconoscibile”. Al padre del 22enne Abdurahmon Abdurahmonov, anch’egli tra i presunti intossicati, le autorità hanno concesso solo cinque minuti per dire addio al figlio. Poi gli hanno intimato di procedere subito con il funerale.
Il Tajikistan è uno dei Paesi più autoritari al mondo, dove viene negata la libertà di stampa, associazione; i meccanismi democratici sono pressochè inesistenti; i familiari di attivisti e prigionieri politici sono costretti a chiedere asilo all’estero per le minacce alla propria vita.
Secondo Freedom House, il più importante osservatorio in tema di libertà democratiche che ogni anno stila un rapporto sullo stato della libertà nel mondo, nel Paese il livello di democrazia è 6,79 su una scala da 1 a 7, dove 7 indica il più basso livello di progresso democratico. Nella classifica mondiale sulla libertà di stampa formulata da Reporters sans Frontiers, il Tajikistan è al 161mo posto, su un totale di 180.