14/07/2010, 00.00
TAIWAN - CINA
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Taiwan vuole rompere il suo isolamento e integrarsi con l’Asia

A breve distanza dallo “storico” accordo con Pechino, Taipei insiste nella necessità di fare altri accordi e rompere l’isolamento economico. Ma l’opposizione protesta e ha paura di essere annessa alla Cina.

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Taiwan rilancia e, appena 2 settimane dopo lo storico accordo con Pechino, lo definisce un passo decisivo per superare il suo isolamento economico, aumentare i commerci e favorirne l’integrazione in Asia. Il presidente Ma Ying-jeou vede crescere la sua popolarità nel Paese e insiste a voler creare maggiori rapporti con la Cina.

Ieri Johnny Chi-Chen Chiang, ministro taiwanese dell’Informazione, ha spiegato che l’intervenuto accordo commerciale (Ecfa) è solo un primo passo e che ora Taipei vuole aprire trattative con gli altri principali partner commerciali per evitare di trovarsi isolata, specie considerati i forti rapporti che Pechino ha già creato con le altre economie della zona: tra pochi mesi entrerà in vigore un accordo di libero commercio, seppure per alcune merci soltanto, tra Cina e Paesi del sudest asiatico.

La Cina è il maggior partner commerciale di Taiwan e riceve circa il 41% delle sue esportazioni. Ma Chiang insiste che non si può puntare in una sola direzione e ripete di volere aumentare i rapporti anche con India e altri Stati della regione, con cui ha pure saldi rapporti pari al 49% complessivo dell’export.

La Cina intima agli altri Stati di non avere rapporti di alcun tipo con Taiwan, che considera non uno Stato indipendente ma  una provincia ribelle. Questo ha molto limitato i rapporti e gli scambi economici dell’isola. Ma ora Pechino vede con favore i nuovi rapporti e il presidente cinese Hu Jintao ha definito “storico” il recente accordo commerciale.

Comunque un’indagine di luglio della taiwanese Commissione per ricerche, sviluppo e valutazioni, mostra che il 47% degli intervistati è favorevole a tale accordo e il 68% approva i suoi tentativi di migliorare i rapporti con Pechino.

Peraltro l’opposizione contro Ma contesta che l’accordo commerciale contribuirà a rendere l’economia taiwanese dipendente da quella cinese, per la forte immissione di merci cinesi, ed è preoccupata che tutto questo possa col tempo portare all’integrazione politica di Taiwan dentro la Cina (nella foto: una protesta a Taiwan contro l’Ecfa). Esperti osservano che in Tibet e nello Xinjiang, Pechino afferma di avere favorito lo sviluppo della regione con infrastrutture e forti investimenti. Ma i rapporti tra le autorità e queste due regioni sono sempre più tesi e il Partito comunista cinese vuole sopprimere ogni dissenso anche minimo.

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