Taiwan indaga sulle sue aziende che potrebbero aver collaborato con Huawei
Le autorità dell'isola, considerata da Pechino una "provincia ribelle", hanno messo sotto osservazione quattro società coinvolte nella costruzione dell'impianto di microchip a Shenzhen. Ma il governo di Taipei sta anche pianificando la pubblicazione di un elenco di tecnologie chiave che saranno vietate all'esportazione per la propria sicurezza nazionale.
Taipei (AsiaNews) - Il governo taiwanese ha avviato un'indagine su quattro società che avrebbero aiutato l’azienda cinese Huawei a costruire una fabbrica di microchip a Shenzhen, presumibilmente violando le normative sulle transazioni con la Cina e le sanzioni imposte dal governo degli Stati Uniti.
Wang Mei-hua, ministra degli Affari economici di Taiwan, ha detto che il ministero aveva chiesto alle quattro società di spiegare i dettagli del progetto, che, nel caso non fosse coerente con il piano approvato dal governo in precedenza, potrebbe costare alle aziende fino a 250 milioni di dollari taiwanesi, pari a 7,35 milioni di euro. Tuttavia, Wang non ha fornito dettagli riguardo a quale regolamento avrebbero violato le quattro società.
Le quattro aziende sono state coinvolte in alcuni progetti come il trattamento delle acque reflue e processi di protezione ambientale, ma - ha spiegato la ministra - Taiwan ha rigide normative su alcune tecnologie e, dopo una valutazione preliminare, pare queste non siano state condivise con la Cina.
Tuttavia, il Consiglio di sicurezza nazionale di Taiwan sta pianificando un controllo sulle esportazioni delle tecnologie chiave, il cui elenco sarà disponibile entro la fine dell’anno. Wellington Koo, Segretario generale del Consiglio di sicurezza nazionale, ha dichiarato che saranno inclusi i prodotti di vari settori, dai semiconduttori, all'agricoltura, all’ industria aerospaziale fino alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Koo prevede che le nuove misure impediranno a Pechino di ottenere queste tecnologie e Taipei porrà un controllo maggiore sugli investimenti, le risorse umane e il trasferimento tecnologico in una serie di aree che saranno incluse nell’elenco.
La Cina considera Taiwan una “provincia ribelle” parte del proprio territorio e negli ultimi anni ha rafforzato la sua presenza militare sullo Stretto di Taiwan, oltre a fare pressioni sulle sedi internazionali per isolare l’isola.
Taiwan è uno dei principali fornitori di microchip al mondo e gli Stati Uniti e l'Unione europea hanno rafforzato la cooperazione in questo settore. Allo stesso tempo gli Stati Uniti hanno imposto vari vincoli e restrizioni ai produttori cinesi di microchip, mentre l’Ue sta anche adottando misure di riduzione del rischio (de-risking), tra cui il divieto alla Cina di acquisire i dispositivi più avanzati per la produzione di microchip. In risposta, la Cina ha iniziato il controllo delle esportazioni sulle terre rare, di cui detiene una sorta di monopolio. Si tratta di una serie di metalli che sono cruciali per l'industria dei semiconduttori.
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