21/12/2009, 00.00
TAIWAN – CINA
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Taiwan in piazza contro l’accordo pro-Cina

Oltre 30mila persone si sono riunite a Taichung, dove si sono aperti oggi i colloqui fra Pechino e Taipei per firmare l’accordo di libero commercio. La popolazione teme la crisi dei posti di lavoro e la perdita di sovranità.

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Chen Yunlin, capo negoziatore cinese per la questione di Taiwan, è giunto oggi sull’isola accolto da decine di migliaia di manifestanti che protestano contro la sua visita. Chen spera di firmare con il governo di Ma Ying-jeou, presidente nazionalista, l’atteso accordo di libero commercio fra i due Stati. Taipei e Pechino non si parlano formalmente dal 1949, anno della fuga di Chiang Kai-shek sull'isola.

Negli ultimi anni tuttavia si sono intensificati i rapporti fra i due, tesi soprattutto a creare un solido rapporto economico. Dalla caduta del presidente indipendentista Chen Shui-bian, fortemente avverso a ogni dialogo con Pechino, sono aumentati gli investimenti cinesi sull’isola; l’apertura dei voli diretti fra le due capitali, inoltre, ha cercato - con poco successo - di lanciare il turismo bilaterale.

L’arrivo di Chen rilancia il progetto dell’accordo di libero commercio, che il governo di Taipei aveva intenzione di rivedere dopo le disastrose elezioni amministrative che hanno visto la recessione del Kuomintang – il Partito del presidente – a favore del Partito democratico. Secondo vari analisti, gli elettori hanno voluto dimostrare all’esecutivo il timore di legarsi troppo al regime di Pechino.

Le manifestazioni di protesta sono iniziate ieri, quando 30mila persone si sono riunite nella città di Taichung cantando slogan anti-cinesi. Qui si terranno i cinque giorni di incontri sull’accordo, il quarto appuntamento convocato dall’insediamento del presidente Ma. La popolazione teme che l’accordo possa inondare l’isola di prodotti cinesi a basso costo, facendo crollare il mercato interno.

I taiwanesi temono pure la perdita di posti di lavoro e l’emarginazione economica dal punto di vista internazionale. Inoltre, molti hanno paura di vedere ridotta l’indipendenza di fatto dell’isola, che rischia di diventare dipendente in toto dalla Cina. Il governo del Kuomintang risponde alle critiche facendo presente che, senza accordo, Taiwan verrà marginalizzata dal gigante cinese in campo finanziario.

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