12/02/2015, 00.00
TAIWAN
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Taiwan, fuga fallita, detenuti si suicidano in carcere

di Xin Yage
Sei condannati (per crimini che vanno dall'omicidio allo spaccio di droga) ha preso in ostaggio il vice direttore del carcere di Kaohsiung e il capo delle guardie carcerarie. Dopo un intenso scontro a fuoco con le forze speciali di polizia hanno capito di non poter più evadere, hanno rilasciato gli ostaggi e si sono suicidati. Il presidente Ma: "Serve una riforma del settore".

Kaohsiung (AsiaNews) - Un gruppo composto da sei carcerati della prigione di Kaohsiung ha preso ieri in ostaggio il vice direttore della struttura Lai Chen-jung (賴振榮) e il capo delle guardie Wang Shih-tsang (王世倉). Con la scusa di una visita medica, i detenuti hanno rubato sei pistole e quattro fucili da assalto con oltre 300 proiettili dal deposito della prigione. Il loro tentativo di evasione, però, si è concluso con un bagno di sangue.

I sei carcerati, di età compresa tra i 38 e i 64 anni, si lamentavano per il trattamento da parte delle guardie e per il basso salario corrisposto per il lavoro svolto durante la prigionia. Erano internati per delitti che andavano dall'omicidio al traffico di droga.

Il gruppo è entrato in azione dopo pranzo: armi in pugno hanno preso in ostaggio i due funzionari e si sono chiusi in un'area protetta. Da qui hanno avanzato la loro richiesta: un'automobile senza contrassegni e senza navigatore, per lasciare la prigione e poi sparire.

Le ingenti forze dell'ordine e gli agenti speciali arrivati sul posto hanno respinto le richieste e hanno fatto arrivare i parenti dei prigionieri e persino un noto leader delle gang locali per convincerli ad arrendersi. Tutte le televisioni e i giornalisti erano già arrivati sul posto coprendo l'avvenimento dal vivo minuto per minuto.

Il direttore del carcere Chen Shih-chih (陳世志) ha poi chiesto di trattare con i sei prigionieri e si è offerto come ostaggio in cambio del suo vice. Intorno alle tre della mattina di oggi gli ostaggi sono state rilasciati incolumi e il piano di fuga di conseguenza è sfumato. Vista la malaparata, i sei prigionieri hanno cercato vie alternative di fuga dandosi a un intenso scambio di fuoco con le forze speciali di polizia che avevano circondato l'intero perimetro del carcere.

Non potendo più uscire hanno poi preferito il suicidio alla resa, puntando le armi contro se stessi, stando a quanto riportato dalle fonti fornite ai giornalisti dalla polizia. Dopo quindici ore di assedio e trattative, la vicenda è terminata con sei morti e i due ostaggi rilasciati.

Il presidente Ma Ying-jeou (馬英九) ha sottolineato come tutte le carceri di Taiwan abbiano bisogno di una riforma dei regolamenti e delle misure di sicurezza per evitare altri episodi del genere. La maggioranza dei prigionieri è accusata di traffico di droghe e furti, reati che hanno reso le carceri sovraffollate.

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