Taipei scommette su Delhi per difendersi da Pechino
Sempre più imprese taiwanesi abbandonano la Cina e investono nel subcontinente indiano. Delhi offre un grande mercato, manodopera a basso costo e agevolazioni fiscali. I due Paesi accomunati dal timore per l’ascesa della potenza cinese.
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Taiwan scommette sull’India per ridurre la propria dipendenza economica dalla Cina e difendersi dalle sue mire espansionistiche. Sempre più imprese taiwanesi abbandonano il gigante cinese e investono nel subcontinente indiano, dove trovano un altro grande mercato, manodopera a basso costo, agevolazioni fiscali, un’inflazione stabile al 3% e prezzi degli immobili in calo.
L’avvicinamento tra Taipei e Delhi è iniziato quattro anni fa; esso ha subito un’accelerazione con la crisi del coronavirus, che nelle sue fasi iniziali ha portato all’interruzione della catena globale di approvvigionamento, nella quale l’industria manifatturiera cinese ha un ruolo primario. A ciò ha contribuito anche la volontà dell’industria taiwanese di diversificare gli investimenti, allontanandosi dalla Cina, per contenere gli effetti negativi di un possibile “decoupling” (separazione) economico tra Pechino e gli Usa.
Per anni, migliaia di aziende taiwanesi, soprattutto nell’elettronica e nella meccanica, hanno spostato la produzione in Cina. Esse si stanno rivolgendo ad altri mercati per l’aumento del costo del lavoro in territorio cinese, e i dazi imposti dall’amministrazione Trump ai prodotti esportati dal gigante asiatico negli Usa.
Al momento, le imprese taiwanesi che operano in India sono 140, e il trend è in aumento. Tra loro vi è anche Foxconn, che assembla in Cina componenti per la realizzazione dei prodotti Apple. Nel 2018, gli investimenti di Taipei in India sono cresciuti fino a 306 milioni di euro. Quelli con la Cina sono scesi a 3,6 miliardi di euro nel 2019, il quarto anno consecutivo in declino. Tra il 2014 e il 2019, gli scambi commerciali tra Taiwan e il colosso indiano sono cresciuti del 14%, raggiungendo i 4,9 miliardi di euro.
I due Paesi sono accomunati dal timore per l’ascesa della potenza cinese. Negli ultimi tempi, l’India ha preso sempre più le distanze dalla Cina. Nell’ultimo mese, dopo i recenti scontri militari lungo il confine himalayano, Delhi ha vietato l’uso di 100 applicazioni cinesi per telefonini, tra cui la popolare TikTok.
I rapporti tra Taipei e Pechino sono peggiorati invece dal 2016, anno di elezione di Tsai Ing-wen alla presidenza. Per il regime cinese, che considera l’isola una provincia ribelle, Tsai è una pericolosa leader indipendentista. In questo quadro, il governo taiwanese ha lanciato iniziative per spingere le proprie imprese a lasciare la Cina. Secondo Foreign Policy, le aziende taiwanesi presenti in territorio cinese si sono impegnate a riportare in patria attività per un valore di 28,1 miliardi di euro. Di questi, 5,8 miliardi di euro sono stati già reinvestiti nel 2019; 9,5 miliardi lo saranno entro la fine di quest’anno.
27/08/2020 12:48
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