Taipei non entrerà nella super-Banca di Pechino: Condizioni umilianti
Il governo dell’isola annuncia che non entrerà nell’Asian Infrastructure Investment Bank. Per l’ingresso, il governo cinese aveva chiesto che facesse domanda attraverso il suo ministero delle Finanze. Questo modello “non è accettabile. Non soltanto ferisce la nostra dignità nazionale, ma viola proprio il principio di dignità”.
Taipei (AsiaNews) – Il governo di Taiwan non presenterà domanda per entrare nell’Asian Infrastructure Investment Bank, la “super-Banca” asiatica voluta da Pechino per spezzare il dominio di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale. Lo ha annunciato il ministro delle Finanze dell’isola, Chang Sheng-ford. Alla base della decisione vi è la condizione posta dal governo cinese continentale: presentare domanda sotto il patrocinio del proprio ministero delle Finanze.
Jin Liqun, presidente dell’Aiib, ha chiarito lo scorso 7 aprile che Taipei avrebbe dovuto seguire il modello di Hong Kong: “Se vogliono partecipare al progetto devono chiedere al nostro ministero, che presenterà domanda in nome loro”. In pratica, questo comportamento mira a far tornare l’isola sotto il patrocinio cinese: Pechino la considera infatti una “provincia ribelle” da “riportare alla madrepatria”.
Parlando ai giornalisti, Chang ha chiarito che il suo governo “non può accettare questo modello. Non soltanto ferisce la nostra dignità nazionale, ma viola proprio il principio di dignità”. Tuttavia, ha aggiunto che questo “è il punto di vista dell’attuale governo guidato da Ma Ying-jeou”. Il riferimento è al cambio al vertice della politica locale, con l’elezione di Tsai Ing-wen: questa entrerà in carica il prossimo 20 maggio.
La nuova banca si prefigge di fare prestiti e investimenti andando a fare concorrenza alla Banca mondiale, guidata dagli Usa, e all’Asian Development Bank, guidata dal Giappone. Gli Stati fondatori sono 57: Stati Uniti e Giappone non hanno aderito, ma molti Paesi loro alleati – come la Gran Bretagna, la Germania, la Corea del Sud, l’Australia - sono fra i soci fondatori. La Cina detiene il maggior pacchetto di quote (30,4%); l’India è seconda nel possesso delle quote (circa il 10- 15%). Seguono Russia e Germania.