Taipei, la polizia sgombera il palazzo del governo occupato dagli studenti. La protesta scivola nella violenza
Taipei (AsiaNews) - La polizia taiwanese ha trascinato via migliaia di studenti che ieri avevano occupato il palazzo del governo. In tenuta antisommossa la polizia ha portato via di peso i giovani in un'operazione che è durata dalla mezzanotte di ieri fino all'alba di oggi. Negli scontri con le forze dell'ordine, che hanno anche usato manganelli e idranti, circa 60 persone sono state arrestate e almeno 100 ferite.
Dal 18 marzo gli studenti occupavano già la sede del parlamento, per criticare una bozza di accordo economico con la Cina che a loro parere rischia di compromettere la libertà dell'isola e mette in crisi le loro prospettive di lavoro.
La tensione è andata crescendo da ieri. In mattinata, il presidente Ma Ying-jeou (馬英九) ha tenuto una conferenza stampa per spiegare la storia, le linee fondamentali e le ragioni dietro l'accordo commerciale. Ha ringraziato gli studenti per la loro presa di posizione, che farà rivedere ad uno ad uno tutti i passaggi formulati, ma ha riaffermato la necessità dell'accordo per ragioni di competitività economica con molti altri Paesi emergenti. Alla domanda di un cronista straniero se tra le ragioni "c'è anche la pressione di Pechino", il presidente ha affermato: "Facciamo questo accordo di nostra iniziativa. Qui si tratta della nostra sopravvivenza economica. Se perdiamo quote di mercato, altri subentrano e ci mettono ai margini, e iniziamo un inesorabile declino. Non siamo sotto gli ordini di nessuno e non vogliamo perdere quanto Taiwan ha costruito negli ultimi 40 anni". A quanti gli chiedevano se i passaggi erano legali, il presidente ha risposto che tutto è stato fatto a norma di legge, rispettando i passi previsti. "Ma per evitare equivoci vogliamo rivedere ogni articolo, uno per uno, così tutti si convinceranno che quella che abbiamo scelto è la strada migliore".
Scontenti delle risposte di Ma, in serata gli studenti hanno occupato anche il palazzo del governo (行政院).La decisione è stata presa dal leader degli studenti, Lin Fei-fan (林飛帆) che ha invitato quelli che protestavano all'esterno ad attraversare la strada, andare in via ZhongShan Bei (中山北路) ad entrare nel palazzo del governo. Fino ad allora, la polizia, poca e in tenuta leggera, aveva l'ordine di non picchiare e di arginare nella maniera meno violenta possibile la grande massa di studenti. Occorreva non creare feriti per non creare eroi. L'occupazione è quindi avvenuta in maniera non violenta, com'era accaduto anche per il parlamento, aprendo un varco nel filo spinato predisposto.
Dopo le 11 però la polizia, seguendo l'ordine del primo ministro Jiang Yi-huah (江宜樺), è arrivata in gruppi massicci e ha cominciato lo sgombero forzato, portando via di peso gli occupanti, senza uso di lacrimogeni, manganelli o idranti. A mezzanotte e mezza è iniziato uno sgombero ancora più massiccio con più di tremila poliziotti molto ben addestrati che vestivano il casco e portavano gli scudi antisommossa. Cominciando dal retro del palazzo del governo, in via Bei Ping Dong (北平東路) hanno iniziato lo sgombero totale dgli studenti che rimanevo stesi sul piazzale seguendo la tattica non violenta. Sotto l'obiettivo delle telecamere e dei fotografi, la polizia ha iniziato il lento ma inesorabile sgombero spostando letteralmente di peso a uno a uno i manifestanti, la maggioranza dei quali piangevano sconfortati mentre venivano allontanati. Le telecamere poi sono state fatte uscire dall'interno, ed è iniziato lo sgombero in cui ci sono stati anche numerosi contusi tra gli studenti.
All'una e mezza sono arrivati anche i dirigenti del partito di opposizione, tra cui Tsai Ing-wen (蔡英文) e Frank Hsieh (謝長廷) del Partito democratico progressista (民進黨). Anche loro si sono seduti sulla strada antistante il palazzo del governo, in prima fila con gli studenti, aspettando l'arrivo della polizia. All'esterno della massiccia presenza della polizia c'erano anche numerose ambulanze che trattavano i contusi. Il medico intervistato da uno dei giornalisti ha riferito che fino a quellmomento (le tre della notte) il numero di studenti portati all'ospedale per esami di controllo o per le ferrite riportate durante lo sgombero era di 37.
Dall'ospedale, alla fine della lunga nottata, giungono poi notizie più precise: almeno quattro studenti sono caduti dalle scale appoggiate alle finestre per poter entrare nel palazzo, uno addirittura è stato ricoverato per shock elettrico dopo essere erroneamente entrato nella sala di uno dei generatori di corrente e altri per ferite riportate durante lo sfondamento delle finestre. Verso le cinque del mattino lo sgombero è stato ultimato, la polizia ha mandato poi in strada sette veicoli con idranti per allontanare definitivamente la folla soprattutto dalla arteria principale, la via Zhong Xiao Dong (忠孝東路) che per tutta la notte era stata bloccata al traffico e ha potuto riprendere la normale circolazione permettendo di ai mezzi pubblici di portare la gente al lavoro o a scuola.
Alle 8.15 di stamane vi è stato un incontro privato tra il presidente Ma e il primo ministro Jiang, rammaricati del fatto che alcuni gruppi di studenti abbiano scelto una via più violenta.
AsiaNews ha intervistato due studenti che appartengono al gruppo che aveva invaso il parlamento. Essi raccontano che dopo l'incontro con il primo ministro Jiang Yuhua, l'unione tra gli studenti ha iniziato a dividersi perché a detta di molti la loro protesta era fallita non essendo stato raggiunto l'obiettivo principale. Alcuni gruppi hanno iniziato a usare maniere più violente, nonostante i richiami dei leader, e a distruggere quanto più possibile, come dimostra questa mattina l'interno del palazzo del governo, compreso l'ufficio del primo ministro. Accessibili a giornalisti e telecamere, i corridoi e le sale sono totalmente devastate con danni notevoli all'arredamento, alle porte e alle finestre, molte delle quali divelte. Gli uffici sono irriconoscibili, con mucchi di materiale distrutto accatastato, compresi costosi computer. Uno degli studenti dice: "Non volevamo che si arrivasse a questi estremi, non era questo lo spirito della protesta, capiamo la frustrazione ma siamo un movimento non violento, per questo abbiamo scelto come simbolo il girasole".
In una breve conferenza stampa del mattino, il primo ministro riferisce di essere rattristato dal fatto che una protesta civile e non violenta, come si era dimostrata fino a due giorni prima, si sia poi trasformata in uno scontro con episodi di forza e violenza per colpa di alcuni gruppi mossi dal desiderio di devastare più che dalla volontà di cooperare.