Tagikistan e Russia professano amicizia, nonostante le tensioni
"Tra i nostri Paesi non esistono problemi seri" assicura Dušanbe e nelle organizzazioni regionali, i tagichi sono i primi a sostenere le ragioni dei russi. Ma intanto cresce il disappunto nei confronti delle relazioni delle autorità russe verso i migranti chme dall'attentato al Krokus City Hall subiscono oltraggi e forme violente di discriminazione.
Dušanbe (AsiaNews) - Il ministro degli Esteri del Tagikistan, Sirodžiddin Mukhriddin, è intervenuto sul primo canale della televisione russa per assicurare che “tra i nostri Paesi non esistono problemi seri, le relazioni personali tra i capi di Stato Emomali Rakhmon e Vladimir Putin sono più che amichevoli, si può dire fraterne, e così sarà anche per il futuro”.
Al diplomatico era stato chiesto di commentare il rifiuto posto alla Federazione tagica del gioco del calcio, che aveva chiesto di giocare una partita amichevole con la nazionale russa. L’intenzione era di effettuarla a novembre, quando i russi avevano già preso altri impegni, quindi la cosa è stata rimandata a un’altra data, “ma non sono state sollevate altre obiezioni da parte russa”, ha precisato Mukhriddin.
In realtà la tensione tra Mosca e Dušanbe sembra piuttosto alta nelle ultime settimane, con diverse dichiarazioni di alti funzionari tagichi che hanno espresso il proprio disappunto nei confronti delle relazioni delle autorità russe verso i migranti tagichi. In particolare nella commissione intergovernativa dei due Paesi, che si era riunita il 4 ottobre in Tagikistan, la questione era stata posta esplicitamente dal primo ministro tagico Kokhir Rasulzoda.
Lo stesso Mukhriddin aveva parlato di violazioni dei diritti dei cittadini tagichi alla seduta del Consiglio dei ministri degli esteri della Csi il 7 ottobre a Mosca, senza indicare un Paese in particolare, ma affermando che le questioni migratorie “necessitano di un approccio complessivo e accurato, che tenga conto in egual misura degli interessi delle varie parti in causa, dei Paesi di accoglienza, degli stessi cittadini stranieri e della popolazione locale”.
Il garante per i diritti dell’uomo in Tagikistan, Umed Bobozoda, spesso criticato per le sue mancate reazioni ai problemi sollevati dalla popolazione, ha scritto il 10 ottobre una lettera alla sua omologa russa Tatiana Moskalkova, per esprimere a sua volta le preoccupazioni per il mancato rispetto dei diritti dei migranti tagichi in Russia. Egli ha posto l’accento sul comportamento dei membri delle forze dell’ordine in Russia, che a suo parere “adottano misure illegali e inaccettabili” nei confronti dei migranti lavorativi, oltraggiandoli in vari modi e usando anche metodi violenti.
Nonostante tutto, il Tagikistan e la Russia ribadiscono in ogni occasione di considerarsi “partner strategici fondamentali”. In diverse organizzazioni regionali, i tagichi sono i primi a sostenere le ragioni dei russi, e la base militare russa più ampia e importante al di fuori dei propri confini si trova proprio in Tagikistan.
Ogni anno sono centinaia di migliaia i cittadini tagichi che si recano a cercare fortuna in Russia, ma nell’ultimo anno il numero di arresti e di verifiche infondate delle loro condizioni a Mosca è aumentato considerevolmente, soprattutto dopo l’attentato di marzo al Krokus City Hall, dove sono stati fermati e accusati come terroristi alcuni tagichi, considerati gli unici colpevoli dell’atto terroristico. In seguito a questo episodio, sono cominciati i blocchi di migliaia di cittadini tagichi negli aeroporti russi o alle frontiere, e a moltissimi è stato negato l’ingresso sul territorio della Federazione russa da qualunque parte, con molti rimpatri forzati.
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