29/08/2018, 12.01
INDIA
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Suora indiana: Abbattere il muro del silenzio sugli abusi contro i minori

di Nirmala Carvalho

Sr. Arina Gonsalves è membro della Commissione Pontificia per la tutela dei minori. “Esistono legami certi tra gli abusi sessuali, l’abuso di potere e l’abuso di coscienza”. L’esempio di papa Francesco in Irlanda.

Mumbai (AsiaNews) – In India “dobbiamo cambiare la cultura del silenzio il relazione agli abusi sessuali sui minori e sugli adulti vulnerabili”. Lo afferma ad AsiaNews sr. Arina Gonsalves, della congregazione delle Religiose di Gesù e Maria (Rjm). La suora interviene a proposito dello scandalo sui preti pedofili che ha colpito la Chiesa irlandese, di cui ha parlato anche papa Francesco nella sua recente visita a Dublino per l’Incontro mondiale delle famiglie e anche nell’Udienza generale di oggi. Il pontefice, dichiara sr. Arina, “ha espresso dolore in maniera chiara e ha ammesso le responsabilità degli abusi avvenuti in passato”.

Quest’anno la suora indiana, con una lunga storia di impegno personale nell’arcidiocesi di Mumbai a tutela dei bambini, è stata nominata dal papa come nuovo membro della Pontificia commissione per la tutela dei minori. Per la religiosa, “le ripetute scuse pronunciate da papa Francesco in Irlanda dimostrano che egli è sinceramente preoccupato per i minori vittime di abusi. Ciò dimostra anche la sua grande umiltà. Egli si è assunto la responsabilità personale di quanto accaduto nella Chiesa in passato”.

Papa Francesco, continua la suora, “ha detto in modo chiaro che esistono legami tra gli abusi sessuali, l’abuso di potere e l’abuso di coscienza. Di certo la richiesta di perdono e di riparare gli errori potranno essere d’aiuto, ma avvertiamo la necessità di adottare azioni di prevenzione per il futuro”.

Secondo sr. Arina, “un passo in avanti potrebbe essere chiedere un cambiamento radicale della cultura, in cui la sicurezza dei bambini sia messa al primo posto”. Poi ammette: “Il clero da solo non è in grado di portare avanti un simile radicale cambiamento. Dobbiamo chiedere e ricevere l’aiuto di tutta la comunità. Dobbiamo creare una cultura della responsabilità in cui la giustizia possa essere amministrata”.

Essa suggerisce tre prospettive: “Incoraggiare una cultura che prevenga gli abusi sessuali, così come l’abuso di potere che consente di nascondere i primi; offrire istituzioni adeguate che consentano alle vittime di abusi e a coloro che li scoprono di fare denuncia, essere ascoltati e avere giustizia; garantire all’accusato un processo giusto e trasparente”. Per tutto questo, dichiara in conclusione, “dobbiamo studiare a fondo le soluzioni proposte con l’aiuto di esperti, chiedere loro consigli, proporre cambiamenti e metterli in pratica”.

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