Sumatra, superstiti del sisma senza cibo né acqua. La Chiesa in prima fila nei soccorsi
di Mathias Hariyadi
Alcuni villaggi sono ancora inaccessibili e si teme la diffusione di malattie soprattutto nelle città di Padang e Pariaman. Medici cattolici e volontari delle parrocchie dell’isola sono giunti sul posto per unirsi ai soccorsi. Gravi danni anche alle proprietà della Chiesa. Il vescovo di Situmorang: Ogni aiuto è urgente in questo momento di grave bisogno.
Jakarta (AsiaNews) - Migliaia di persone soffrono la fame nel distretto di Padang Pariaman (West Sumatra), dopo il terremoto che ha colpito la zona il 30 settembre scorso.
Nell’area di Korong, una delle provate, oltre 320 famiglie mancano di cibo, acqua potabile e medicine. A causa delle distruzioni causate dal sisma su strade e ponti, i primi aiuti sono arrivati soltanto due giorni fa, il 4 ottobre, portati a spalla dai soccorritori.
Per Siti Fadillah Supari, ministro della Salute, i morti potrebbero essere 3mila, ma la cifra potrà trovare conferma solo nelle settimane a venire. Le autorità hanno ormai abbandonato le ricerche di possibili superstiti ancora sepolti sotto le macerie delle 180 mila case e dei 20 mila edifici distrutti dal sisma.
Gli aiuti si concentrano ora sui sopravvissuti, spesso imprigionati in villaggi ancora inaccessibili e si teme la diffusione di malattie soprattutto nelle città di Padang e Pariaman.
Michael Utama, leader cattolico impegnato nelle opera di soccorso, racconta ad AsiaNews che “in ogni angolo di Padang si sente il fetore dei corpi in decomposizione”. Dopo un ricognizione del distretto, compiuta con l’elicottero dell’esercito, conclude: “Ci sono solo macerie. Niente elettricità, niente acqua potabile. Alcuni villaggi sono rasi al suolo, altri letteralmente scomparsi”.
La Chiesa di Padang è in prima fila nei soccorsi alla popolazione insieme a diverse organizzazioni cattoliche presenti nel distretto e sull’isola. P. Alexius, tesoriere della diocesi, afferma che “c’è immediato bisogno di cibo, perché molti sopravvissuti sono affamati, e serve una rapida organizzazione della logistica per facilitare l’invio di alimentari e acqua potabile”.
Irene Setiadi, dottoressa tedesca della organizzazione cristiana Humanitarian and Charity Group (KBKK), ha inviato una e-mail ad AsiaNews raccontando che “diversi medici sono arrivati ad aiutare il personale dello Yos Sudarso Hospita di Padang”. Fra di loro ci sono anche i membri di Perdhaki, l’associazione dei medici cattolici di Jakarta.
La KBKK ha allestito due magazzini per la raccolta degli aiuti presso le chiese di San Giuseppe e San Francesco d’Assisi. Da Jakarta sono arrivati volontari delle parrocchia di San Giacomo di Kelapa Gading e della Trinità di Bogor. “Vediamo ovunque corpi in decomposizione – afferma la Setiadi - e la situazione è davvero straziante”.
La dott.ssa Setiadi aggiunge: “Siamo in grado di fornire cibo solo per le prossime due settimane” e spiega che è urgente trovare anche “tende di grandi dimensioni per poter ospitare ragazzi ed insegnanti che stanno cercando di riprendere la scuola e 20 generatori per dare elettricità”.
Mons. Martinus Dogma Situmorang, vescovo di Padang, sottolinea ad AsiaNews l'urgenza di ogni aiuto in questo momento di grave bisogno. Migliaia di fedeli della diocesi hanno subito gravi danni alle abitazioni o le hanno viste rase a al suolo. Anche le proprietà della Chiesa hanno subito danni gravi. Una parte della cattedrale della città è crollata; la scuole elementari e gli asili cattolici sono danneggiati. Anche la residenza delle suore della Society of Catholic Medical Missionaries è distrutta.
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