Sulawesi centrale: focolaio del terrorismo (Scheda)
Gli attacchi contro i cristiani di questa zona dell’Indonesia hanno radici storiche, geografiche ed economiche. I mercanti arabi si sono insediati sulla costa; i missionari protestanti olandesi hanno evangelizzato l’altopiano; gruppi etnici diversi si sono spesso scontrati fra loro. A cavallo del 2000, l’arrivo di jihadisti dalle Filippine ha reso incandescente la regione. Il terrorismo islamista resiste, ma le popolazioni sembrano intenzionate a vivere in pace.
Jakarta (AsiaNews) – Le attività terroriste del Mit (East Indonesia Mujahidin), riemerse in questi giorni con l’uccisione di quattro cristiani nel villaggio di Lemban Tongoa, nel distretto di Sigi (Sulawesi centrale), hanno radici nella storia e nella geografia della regione.
Il Sulawesi centrale è una provincia montagnosa della grande isola di Sulawesi, che comprende anche molte isolette vicine. La reggenza di Poso è una delle otto reggenze stabilite nella provincia dopo il 2002. La capitale è Poso, situata nella baia del Poso Lake, a sei ore di viaggio verso sudest da Palu, la capitale della provincia.
Al presente, la reggenza di Poso ha una maggioranza musulmana nelle città e nei villaggi della costa; invece, sulle montagne, dove vivono tribù indigene, vi è una maggioranza di cristiani protestanti.
Storicamente, la popolazione musulmana, oltre ai locali, è costituita da migranti dell’etnia Bugis del Sulawesi del sud, e dalla regione di Gorontalo, nel nord.
Nella reggenza vi sono anche musulmani discendenti degli antichi mercanti arabi che si sono insediati nella regione molti secoli fa. Essi hanno un ruolo importante nelle istituzioni religiose islamiche e nelle scuole del luogo.
La reggenza è stata anche oggetto di un programma di emigrazione ad opera del governo, mirante a spostare cittadini da aree densamente popolate – come per esempio Java e Lombok, con maggioranza musulmana, o Bali, con maggioranza indù – verso aree scarsamente popolate.
A tutt’oggi, la comunità musulmana della reggenza consiste di gruppi indigeni, migranti ufficiali, migranti economici di diversi gruppi etnici che si sono insediati negli ultimi decenni.
In tal modo, già verso la fine degli anni ’90 del secolo scorso, la popolazione musulmana della reggenza è divenuta la maggioranza con oltre il 60%.
Dall’altra parte, sugli altopiani della reggenza vivono gruppi etnici come i Pamona, Mori, To Napu, Behoa e Bada. Molti di questi gruppi erano costituiti in dinastie e hanno storie di guerre fra loro.
All’inizio del 20mo secolo, nell’area vi è stata una forte evangelizzazione dei missionari olandesi che ha fatto crescere il numero dei cristiani. La città di Tentena è divenuta così il centro economico e spirituale per la popolazione protestante di Poso, e la sede del Sinodo delle Chiese cristiane del Sulawesi centrale (Central Sulawesi Christian Church).
La piccola città si trova al nord del lago Poso, nella North Pamona Sub-Regency, la cui popolazione è in maggioranza Pamona.
Il conflitto scoppiato fra il 1999 e il 2001 era centrato all’inizio fra musulmani migranti Bugis e cristiani protestanti Pamona, ma in seguito molti altri gruppi vi hanno preso parte per motivi etnici, culturali, economici.
Un fiume di profughi
Con il crescere delle violenze, vi è stata una migrazione delle popolazioni, in fuga verso luoghi dove la loro religione era di maggioranza. Così da Palu, i musulmani sono andati a Poso e nella città costiera di Parigi; cristiani di Parigi sono fuggiti a Tentena e Napu, sulle montagne o a Manado, nella provincia di Sulawesi del nord.
Nel gennaio 2002, dopo la prima Dichiarazione di pace di Malino, le cifre ufficiali per le questioni umanitarie stimavano a 86mila i rifugiati interni del Sulawesi centrale. Secondo le Chiese protestanti, nelle zone a maggioranza cristiana dell’area vi erano almeno 42mila rifugiati cristiani.
Come già detto altrove, le “rivolte di Poso” (1999-2001), sono divenute ancora più violente dopo che gruppi di jihadisti indonesiani, che combattevano nelle Filippine, si sono unite ai gruppi musulmani nel Sulawesi. Questi hanno formato il gruppo che ha scelto il nome di Mit. In tal modo, Poso è divenuta anche la culla di molti gruppi radicali.
Sebbene, a poco a poco, si registri in generale un ritorno dei profughi ai loro luoghi di origine, alcuni gruppi di musulmani si sono insediati a Palu; e molti cristiani sono ormai integrati a Tentena.
Le comunità riescono a convivere insieme, anche se la presenza di gruppi radicali islamici ha spesso fatto percepire la sua presenza, soprattutto con attacchi contro le forze dell’ordine. (M.H.)
01/12/2020 12:27