23/12/2020, 08.35
BIELORUSSIA-RUSSIA
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Stretta di Lukašenko contro le Chiese e le opposizioni

di Vladimir Rozanskij

Il presidente esige che si punisca “nel modo più severo tutti coloro che disturbano la pacifica convivenza del nostro popolo e operano a danno del nostro Stato”, anche “nell’ambito delle comunità religiose”. Il “martello degli eretici” è Aleksandr Rumak , nuovo capo del dipartimento per le religioni e le nazionalità. L’appello natalizio per la pace da parte delle autorità cattoliche, ortodosse, musulmane, ebraiche. Cancellato il messaggio televisivo di Kondrusiewicz.

Mosca (AsiaNews) – In una magistrale operazione a “due registri”, il presidente bielorusso Lukašenko ha concesso il ritorno dell’arcivescovo cattolico di Minsk dall’esilio. Allo stesso tempo, il 21 dicembre, ha emesso un decreto contro ogni forma di dissenso religioso nei suoi confronti. In esso egli obbliga il nuovo capo del dipartimento per le religioni e le nazionalità, Aleksandr Rumak (foto 2), “a punire nel modo più severo tutti coloro che disturbano la pacifica convivenza del nostro popolo e operano a danno del nostro Stato”. Secondo il presidente, “costoro non sono molti, ma noi dobbiamo prenderli e mostrarli, anche nell’ambito delle comunità religiose”. Tra le personalità da “punire e condannare” vi sono personalità cattoliche come Kondrusiewicz, fino a ieri esiliato in Polonia (foto 3), e l’ex-metropolita ortodosso Pavel (Ponomarev, foto 4), rimosso dai vertici stessi del patriarcato di Mosca e sostituito dal più leale Venjamin (Tupeko).

La nomina di Aleksandr Rumak al ruolo di nuovo “martello degli eretici” di Bielorussia è stata accompagnata da nuove invettive di Lukašenko contro “i dirigenti delle confessioni religiose che si sono comportati in modo anti-statale”. Rumak sostituisce Leonid Guljako, che era in carica dal 2006, ritenuto troppo “morbido”. “Vedete che cosa succede nel Paese” – ha insistito Lukašenko – “ad essere sinceri: alcuni capi religiosi hanno dimostrato di essere contro lo Stato, a differenza dei semplici fedeli, che non hanno alcuna responsabilità in questo caso. Sono solo alcuni gerarchi, che non si sono comportati bene, diciamo che hanno sbagliato, ma noi non possiamo far finta di non vedere i problemi e i difetti, dobbiamo difendere noi stessi”.

Il presidente ha invitato Rumak a “controllare dove noi, lo Stato, non abbiamo fatto abbastanza; noi non c’immischiamo nelle questioni di fede, lo sottolineo per l’ennesima volta, non c’immischiamo nei sentimenti delle persone, ma dobbiamo difendere il nostro Stato, tutti i credenti vivono nello Stato bielorusso. Sono i nostri credenti, anche i cattolici e gli ortodossi, e tutti i leader delle confessioni religiose vivono a loro volta nel nostro Stato. Dirò di più, come ho sempre insistito, anche tutte le organizzazioni sociali, comprese quelle religiose, agiscono sul territorio del nostro Stato”. Secondo il presidente, Rumak è stato scelto per le sue capacità di tenere in riga le nazionalità e le religioni, in forza della sua esperienza: già professore di storia, fino a ieri era vice-ministro del lavoro e della “difesa sociale”, e dovrà agire “in stretto contatto con l’amministrazione del presidente, per non distruggere ciò per cui siamo sempre stati fieri, cioè la pace interconfessionale”.

Nel frattempo, in vista delle festività natalizie, i rappresentanti delle quattro maggiori confessioni religiose del Paese (ortodossi, cattolici, musulmani ed ebrei) hanno sottoscritto un appello in favore della pace nel Paese, pubblicato dal canale Telegram Pul Pervogo, vicino alla sala stampa del presidente Lukašenko. Il testo porta la firma del metropolita Venjamin, del nunzio apostolico Ante Jozic, del presidente dell’unione dei musulmani, il muftì Abu-Bekir Shabanovich e del rabbino capo Doich Shneer Zalman. In esso si legge che “il cammino della pace nel nostro Paese è stato lungo, attraverso le sofferenze e le prove, le tragedie della guerra e il caos dei conflitti… i nostri avi hanno costruito le chiese sulle nostre strade per difendere la Patria. (…) Tra noi, così diversi, c’è molto in comune che può aiutare a vedere nelle persone ostili o in conflitto contro di noi non un nemico, ma il nostro prossimo”.

L’agenzia Nasha Niva ha diffuso la notizia che quest’anno sul primo canale televisivo non verrà trasmesso il saluto natalizio dell’arcivescovo cattolico Tadeusz Kondrusiewicz, com’era tradizione negli anni precedenti. Esso sarà sostituito da un intervento del metropolita ortodosso Venjamin in onore del santo del giorno secondo il calendario ortodosso, San Spiridon vescovo di Trimufitskij. Il portavoce dell’arcidiocesi cattolica di Minsk ha comunicato che il saluto di Kondrusiewicz verrà registrato in Polonia, e trasmesso dal portale catholic.by. In televisione, dopo l’intervento di Venjamin, verrà trasmessa a mezzanotte la Santa Messa natalizia di papa Francesco in Vaticano. Il metropolita Venjamin ha anche chiesto a tutti di pregare per la salute del suo storico predecessore, l’ottantacinquenne metropolita Filaret (Vakhromeev), ricoverato nei giorni scorsi per infezione da coronavirus.

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