Stragi di Pasqua, il card. Ranjith boccia il rapporto della Commissione presidenziale
Il porporato sottolinea che “gli autori degli attacchi” e quanti “hanno armato la loro mano” non sono stati identificati. Uno studio “incompleto” e per questo irricevibile anche a nome di tutti i vescovi cattolici del Paese. Egli assicura il rinnovato impegno nella ricerca della verità e della giustizia.
Colombo (AsiaNews) - “Vi sono alcuni elementi di base qua e là, ma gli autori degli attacchi e quanti hanno armato la loro mano non sono stati identificati. Per questo, non possiamo essere soddisfatti del rapporto della commissione”. È quanto ha affermato nella serata di ieri l’arcivescovo di Colombo, card. Malcolm Ranjith, commentando i risultati contenuti nel documento finale pubblicato dalla Commissione presidenziale di inchiesta (PCoI) sugli attentati di Pasqua del 2019. Per il porporato lo studio è “incompleto” e, per questo, irricevibile per i molti cattolici della nazione che, anche nel fine settimana scorso, hanno rilanciato la loro richiesta di giustizia.
Il card. Ranjith dichiara di parlare a nome di tutti i vescovi cattolici, quando dice che le proteste non finiranno “sino a che giustizia non sarà fatta, attraverso un processo giusto e trasparente”. “Questo - sottolinea - è il messaggio chiaro che vogliamo inviare alla nostra classe dirigente”. “Ho visto con i miei stessi occhi - ha proseguito, non senza una nota di commozione - i corpi dei fedeli sventrati e fatti a pezzi. Solo perché seguivano una particolare fede religiosa sono stati fatti in piccoli pezzi. Mi domando se i nostri politici abbiamo mai assistito a un simile evento”.
“Non permetteremo a nessuno - ha sottolineato - di trarre giovamento a livello economico o di potere con questa storia. So benissimo che la maggior parte delle persone non crede alla verità che viene propinata loro. Se vogliamo salvarci, dobbiamo farlo liberandoci da questo tipo di politici” e da una classe dirigente inadeguata. “Abbiamo bisogno - prosegue il porporato - di partiti e leader politici che si battono per ciò che è giusto. Non che inseguono il denaro e il potere usando qualsiasi tipo di tattica, infliggendoci 40 o 50 anni di lutti e dolore [...] serve giustizia”.
Il cardinale riconosce che la commissione presidenziale possa aver cercato di svolgere al meglio il proprio lavoro e, proprio per questo, per giungere alla verità serve la collaborazione di agenzie investigative e di intelligence, perché “tutto questo non avvenga più. Da qui la nostra decisione di continuare a lottare, tutti i vescovi la pensano allo stesso modo”. Il rapporto “non dà le risposte che ci aspettavamo” e le speranza che erano state riposte nel suo lavoro sono state deluse. “Ecco perché - chiosa - lo consideriamo un rapporto incompleto”.
Intanto il comitato incaricato di revisionare il rapporto della PCoI ha completato circa l’80% del proprio lavoro e nei prossimi giorni dovrebbe esprimere - e pubblicare - le proprie valutazioni finali, come conferma il ministro e membro del comitato stesso Prasanna Ranatunga. Il precedente governo, spiega il ministro, avrebbe ricevuto 333 querele circa attività estremiste legate al mondo musulmano, senza prendere alcun provvedimento o approfondimento di indagine. Il rapporto non chiede provvedimenti verso l’allora titolare del dicastero degli Interni (Polizia), ma auspica per il futuro una migliore applicazione delle attività di prevenzione e intelligence.