Strage in un santuario sufi, 20 le vittime: Psicopatici frutto dell’intolleranza religiosa
Uccisi dal custode del santuario dopo essere stati drogati e torturati. Probabile movente: una rivalità per la custodia del santuario. Attivisti, il problema è l’ignoranza e la mancanza di libertà che crea superstizioni.
Sargodha (AsiaNews) – Sono 20 le vittime, fra cui quattro donne, torturate e uccise ieri da Abdul Whaeed, 50 anni, guardiano del santuario sufi Darbar Brevli Ali Muhammad Gujjar, appena fuori la città di Sargodha, nel Punjab. L’uomo ha agito con l’aiuto di due compagni, Zafar Ali e Sanaullah.
Quattro i superstiti, due dei quali donne, in gravi condizioni. Fra le vittime, 11 di esse erano membri di due famiglie.
Abdul Waheed, un ufficiale governativo in pensione, è stato arrestato insieme ai suoi complici. La polizia ha ritrovato 20 corpi con evidenti segni di tortura vicino al santuario. Secondo quanto affermato dai testimoni, Waheed ha drogato i fedeli prima di torturarli. La polizia afferma che dietro gli omicidi ci potrebbe essere la rivalità per la custodia del santuario. Le autorità investigative affermano che il sospetto è apparso in stato di paranoia e psicosi.
Secondo Amir Kakkazai, scrittore e analista musulmano di social media, all’origine del problema ci sono l’ignoranza e la mancanza di educazione religiosa: “Tutti i giovedì, quel finto santone ballava nudo con i suoi seguaci”. Secondo Kakkazai, Waheed ha “udito la voce di Dio” mentre investigava in quanto ufficiale di 19mo grado nella commissione elettorale del Pakistan e, per “far felice Dio”, ha deciso di uccidere tutti i suoi seguaci. L’ignoranza, secondo Kakkazai, è “tale che persino i fedeli feriti ancora credono che fosse nel giusto, e che le uccisioni fossero un segno di Dio, che tutti i martiri sarebbero andati in paradiso. Per evitare questi incidenti, il governo deve tenere d’occhio questo genere di religiosi psicopatici. Deve essere data un’adeguata educazione religiosa, così che nessuno possa ricattare i musulmani sulla religione”.
Parlando ad AsiaNews, l’attivista per i diritti umani Naumana Suleman di Bytes for All Pakistan ha affermato: “Quando il rispetto per i credenti di religioni diverse dalla più diffusa e la legittima libertà di espressione sono scoraggiati, crescono le fedi cieche, che portano a incidenti come questo”. Secondo Naumana, le persone hanno paura di esprimersi in maniera diversa dall’opinione comune. Questo favorisce le superstizioni, e trattiene le persone dal segnalare le ingiustizie, come hanno fatto i vicini che non hanno denunciato la crescente violenza. “È responsabilità dello Stato creare un ambiente favorevole, dove chi differisce è rispettato e la libertà di espressione non è scoraggiata. Così che i cittadini possano avere lo spazio per riflettere e parlare in modo ragionevole, senza paura di subire violenze, e gli innocenti non vengano manipolati. Devono essere condotte indagini giuste e i colpevoli portati alla giustizia”.
Per Basharat Masih, attivista per i diritti umani, l’ignoranza è alla base di questa “oscurità nella società” e il governo dovrebbe adottare politiche restrittive per controllare queste istituzioni, per assicurarsi l’onestà dei leader spirituali e prevenire questi crimini: “Questi luoghi sono centri di stupri, droghe e altri crimini. Il governo dovrebbe dare punizioni esemplari. Le amministrazioni locali dovrebbero avere più potere per monitorare simili posti, discutere ogni mese rapporti e assicurare il coinvolgimento della comunità. Di solito questi posti sono creati dalla mafia locali e sostenute dall’illegalità”.
Human Rights Focus Pakistan (Hrfp), Ong con base a Faisalabad, condanna con forza questi omicidi “disumani”: ci dovrebbero essere meccanismi e politiche adeguate per sorvegliare queste pratiche di intrappolare, fare il lavaggio del cervello e manipolare la volontà dei fedeli da parte dei leader spirituali. Naveed Walter, presidente di Hrfp, ha denunciato le violenze in svariati santuari locali che non sono sottoposti a controllo. Addolorato della perdita di vite preziose, egli ha commentato che l’aumentare dei santuari dovrebbe corrispondere a una sorveglianza completa.
Secondo Hrfp, i sospetti dovrebbero essere puniti in modo severo, e il governo dovrebbe formare un meccanismo comprensivo per monitorare le attività nei santuari locali in Pakistan, verificando anche gli insegnamenti che ne vengono diffusi.
13/09/2017 12:15
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