Strage di Pasqua, bilancio rivisto al ribasso: 100 morti in meno
L’errore di calcolo dovuto alla difficoltà di ricomporre i corpi delle vittime. Oggi, venerdì di preghiera islamica, i leader musulmani invitano a rimanere nelle case. Tutte le chiese cristiane rimangono chiuse e i servizi liturgici sospesi fino a quando verrà garantita piena sicurezza.
Colombo (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità dello Sri Lanka hanno rivisto al ribasso il bilancio dei massacri compiuti il giorno di Pasqua in tre chiese e tre hotel di Colombo, e affermano che i morti sono “100 in meno”. L’annuncio è stato dato ieri dal ministro della Difesa Ruwan Wijewardene, che ammette un errore di calcolo per via delle condizioni dei cadaveri, difficili da identificare e ricomporre. Pertanto il bilancio ufficiale è ora di 253 vittime, invece delle 359 dichiarate in precedenza; rimane stabile il numero dei feriti, oltre 500.
Nel frattempo continuano le indagini sulla più grave strage dall’11 settembre 2001. Stamattina il presidente Maithripala Sirisena fa sapere che la polizia sarebbe sulle tracce di 140 persone collegate allo Stato islamico (Is), che ha rivendicato la responsabilità degli attentati. Tuttavia per il momento il governo continua a ritenere che i primi responsabili siano due gruppi islamici locali (National Thowheed Jamath e al Jamaat-ul-Mujahideen) con presunti legami con forze straniere.
Oggi, venerdì, giorno sacro per l’islam, è massima allerta per i luoghi di culto della comunità musulmana dell’isola. La All Ceylon Jamiyathul Ullama, principale gruppo religioso islamico, invita i fedeli a recitare le preghiere in casa. Nel frattempo giunge la notizia che diverse centinaia di musulmani si starebbero rifugiando nelle moschee per maggiore sicurezza. Circa 700 affollerebbero quella di Negombo.
Su 22 milioni di abitanti, i musulmani rappresentano quasi 10% della popolazione; i cristiani sono il 7,4% (6,1% cattolici e 1,3% protestanti).
Anche per quanto riguarda la popolazione cristiana la situazione rimane critica. I leader della Chiesa hanno disposto la chiusura delle chiese e l’interruzione di tutti i servizi liturgici fino a quando non sarà garantita in pieno la sicurezza dei luoghi di culto e della comunità di fedeli. Il card. Malcom Ranjith, arcivescovo di Colombo, ha chiesto ai sacerdoti di non celebrare messe in luoghji pubblici. “La sicurezza è importante”, ha sottolineato.
08/05/2019 15:51