Sterilizzazioni forzate, il Giappone aprirà un’inchiesta
In base a una legge in vigore fra il 1948 e il 1996, migliaia di persone sono state costrette a sottoporsi all’operazione perché avevano disabilità e malattie mentali. Il 28 marzo la prima causa per richiesta di risarcimento.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il governo giapponese lancerà un’inchiesta a livello nazionale sulle sterilizzazioni forzate, imposte sulla base dell’ora decaduta legge sulla protezione eugenica.
I risultati dell’indagine potrebbero rappresentare un punto di partenza per il risarcimento delle vittime. L’Eugenic Protection Act, in vigore fra il 1948 e il 1996, autorizzava la sterilizzazione delle persone con disabilità mentali, malattie mentali o disordini ereditari, con lo scopo di prevenire le nascite di progenie “inferiori”. Per lungo tempo, le autorità di Tokyo sono state riluttanti ad aprire inchieste sulla spinosa questione. La decisione di avviare il primo studio a livello nazionale arriva in risposta a una richiesta avanzata da un gruppo multi-partitico e dal vicegovernatore di Hokkaido.
Intanto, alcune vittime stanno cominciando ad avanzare richieste di risarcimento. La prima è stata una donna di circa 60anni nella prefettura di Miyagi, che il 30 gennaio ha fatto causa al governo, affermando di essere stata operata con la forza da adolescente. Il processo contro il governo si aprirà con la prima udienza il 28 marzo, presso la Corte distrettuale di Sendai.
Secondo il ministero, circa 25mila persone sono state sottoposte alla procedura di sterilizzazione sulla base della vecchia legge, di cui 16.500 senza il loro consenso. Tuttavia, le loro identità sono difficili da certificare poiché sono pochi i documenti sopravvissuti che ne elenchino i nomi. Un’indagine condotta dall’agenzia di stampa Kyodo ha raccolto i nominativi di 3.596 persone in 27 delle 47 prefetture del Giappone. La nuova inchiesta dovrebbe basarsi sulla collaborazione con ciascuna di esse per raccogliere documentazione dalle autorità che hanno condotto le operazioni.