07/04/2017, 07.46
SIRIA-USA
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Stati Uniti: 59 missili contro una base siriana in risposta all’attacco con armi chimiche

Colpita la base di Shayrat, da dove sarebbero partiti gli aerei per il raid con armi chimiche ad Idlib. Morti e feriti: le forze della base avevano liberato Palmira. Il Pentagono ha avvertito la Russia prima dell’attacco. Tillerson: Nessun ruolo per Assad in Siria.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) -  Alle 4.40 di stamane gli Stati Uniti hanno lanciato una pioggia di 59 missili Tomahawk contro una base militare siriana a Shayrat, vicino ad Homs. L’attacco – secondo le parole del presidente Donald Trump – è avvenuto in risposta al bombardamento con armi chimiche a Khan Sheikhun, vicino a Idlib tre giorni fa. Secondo gli Usa i bombardieri sono partiti proprio dalla base di Sharyat. L’operazione con armi chimiche ha portato alla morte almeno 86 persone, dei quali 27 bambini.

Il Pentagono ha dichiarato di aver informato la Russia – alleata di Assad – prima di lanciare l’attacco contro Shayrat. I missili sono stati lanciati da due cacciatorpediniere della Marina, la Porter e la Ross, basate nel Mediterraneo orientale e hanno colpito aerei, depositi, bunker per le munizioni, sistemi di difesa aerea e radar.

La decisione dell’attacco Usa avviene prima di una qualche inchiesta sulle modalità e le responsabilità del bombardamento a Idlib. Ieri il Consiglio di sicurezza Onu non ha raggiunto un accordo e si dovrebbe radunare ancora oggi. I russi, che hanno bloccato una mozione ad opera di Usa, Francia e Gran Bretagna, sostengono che aerei siriani hanno colpito un deposito/fabbrica di agenti chimici dei ribelli.

Parlando dalla sua villa a Mar-a-Lago (Florida), Trump ha bollato il presidente siriano Bashar Assad come un “dittatore”, che ha “lanciato un orribile attacco chimico su civili innocenti”.

Trump ha anche chiamato “tutte le nazioni civilizzate a unirsi nel cercare la fine di questo massacro e il sangue versato in Siria, anche per eliminare il terrorismo di ogni tipo”. In più, il segretario di Stato Rex Tillerson ha detto che ormai “non c’è nessun ruolo per Assad in Siria”.

Queste affermazioni sono un rivolgimento a 180 gradi della politica che Trump sembrava aver messo in atto, parlando del presidente siriano come un alleato contro il terrorismo dello Stato islamico e facendo dire all’ambasciatrice Usa all’Onu che la rimozione di Assad non era più fra le “nostre priorità”.

La televisione siriana ha parlato di una “aggressione americana” che ha colpito una base siriana, senza dare troppi dettagli.  Il governatore di Homs Talal Barazi ha dichiarato che nella base “vi sono molti martiri e non sappiamo il numero né dei martiri né dei feriti”. Molte zone della base sono in fiamme e i feriti sono trattati per ustioni molto gravi. Egli ha ricordato che le forze presenti nella base hanno dato un “importante sostegno”nella battaglia di Palmyra contro lo Stato islamico.

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