Standard & Poor’s e le banche europee contro l’euro
L’agenzia di rating avverte della possibile abbassamento del livello del credito per 15 Paesi, fra cui Germania e Francia. Eppure l’economia europea è cresciuta in questi tre mesi. S&P sembra interessarsi meno alla crisi di Usa e Giappone. Le banche europee svendono euro.
Hong Kong (AsiaNews) – Le borse asiatiche hanno chiuso oggi tutte in ribasso. Secondo gli analisti, il mercato asiatico risente degli avvertimenti dell’agenzia Standard & Poor’s verso la quasi totalità dei Paesi dell’euro. Ma si nasconde il pericolo inflazionistico del dollaro e dello yen giapponese.
Ieri S&P ha dichiarato di aver messo “sotto osservazione” 15 Paesi europei perché vi è il 50% di possibilità che il loro rating sul credito venga abbassato. Fra i 15 Paesi vi sono perfino Germania e Francia, considerati le colonne economiche dell’eurozona.
S&P spinge perché in un incontro dei leader della Ue, che avverrà a fine settimana, si prendano provvedimenti per risolvere la crisi del debito. Se ciò non avverrà, S&P ha avvertito che Paesi come Germania, Francia, Austria, Olanda, Finlandia e Lussemburgo (che attualmente hanno un rating di tripla A), verranno degradati di un livello; gli altri Paesi di almeno due livelli.
Tutti i media fanno notare che è proprio l’avvertimento dell’agenzia di rating ad aver prodotto la chiusura in negativo delle borse asiatiche, dopo sette giorni di crescita. Tokyo ha chiuso a meno 1,39; Hong Kong a meno 1,24; Shanghai a meno 0,31.
Ma analisti del mercato finanziario asiatico, intervistati da AsiaNews fanno notare alcune discrepanze. “Non si capisce – afferma GT da Hong Kong – questo accanimento sull’euro e sull’eurozona da parte di S&P, mentre non dicono nulla su Stati Uniti e Giappone. Gli Stati Uniti stanno molto peggio dell’Europa, ma nessuno ne parla. Gli Usa hanno un debito pubblico stratosferico. Quel che è peggio è che i parlamentari americani non hanno ancora raggiunto un accordo sulla riduzione del debito. Temo che fra qualche mese vedremo un capitombolo del dollaro. Non parliamo poi della moneta giapponese: è da anni che Tokyo continua a stampare carta straccia”.
Secondo Bloomberg, negli ultimi tre mesi l’economia europea è cresciuta con lo stesso passo dei tre mesi precedenti, eppure questi dati non cambiano la percezione pessimistica sull’Europa e sull’euro.
Alcuni investitori fanno notare che proprio le banche europee sembrano essere quelle che credono meno nell’euro. “Oggi, all' apertura dei mercati asiatici l'euro ha tenuto discretamente. Quando i mercati europei hanno aperto, la valuta europea ha perso 35-40 punti. La gente comune forse crede che l'euro salga o scenda a capriccio. Si dice che “e' il mercato”. Ma in realtà il mercato e' fatto da compratori e venditori. Anzi è meglio dire che è fatto dalle banche che a seconda della convenienza comprano o vendono. Oggi sono state le banche europee ad aver fatto scendere l’euro”.
Ieri S&P ha dichiarato di aver messo “sotto osservazione” 15 Paesi europei perché vi è il 50% di possibilità che il loro rating sul credito venga abbassato. Fra i 15 Paesi vi sono perfino Germania e Francia, considerati le colonne economiche dell’eurozona.
S&P spinge perché in un incontro dei leader della Ue, che avverrà a fine settimana, si prendano provvedimenti per risolvere la crisi del debito. Se ciò non avverrà, S&P ha avvertito che Paesi come Germania, Francia, Austria, Olanda, Finlandia e Lussemburgo (che attualmente hanno un rating di tripla A), verranno degradati di un livello; gli altri Paesi di almeno due livelli.
Tutti i media fanno notare che è proprio l’avvertimento dell’agenzia di rating ad aver prodotto la chiusura in negativo delle borse asiatiche, dopo sette giorni di crescita. Tokyo ha chiuso a meno 1,39; Hong Kong a meno 1,24; Shanghai a meno 0,31.
Ma analisti del mercato finanziario asiatico, intervistati da AsiaNews fanno notare alcune discrepanze. “Non si capisce – afferma GT da Hong Kong – questo accanimento sull’euro e sull’eurozona da parte di S&P, mentre non dicono nulla su Stati Uniti e Giappone. Gli Stati Uniti stanno molto peggio dell’Europa, ma nessuno ne parla. Gli Usa hanno un debito pubblico stratosferico. Quel che è peggio è che i parlamentari americani non hanno ancora raggiunto un accordo sulla riduzione del debito. Temo che fra qualche mese vedremo un capitombolo del dollaro. Non parliamo poi della moneta giapponese: è da anni che Tokyo continua a stampare carta straccia”.
Secondo Bloomberg, negli ultimi tre mesi l’economia europea è cresciuta con lo stesso passo dei tre mesi precedenti, eppure questi dati non cambiano la percezione pessimistica sull’Europa e sull’euro.
Alcuni investitori fanno notare che proprio le banche europee sembrano essere quelle che credono meno nell’euro. “Oggi, all' apertura dei mercati asiatici l'euro ha tenuto discretamente. Quando i mercati europei hanno aperto, la valuta europea ha perso 35-40 punti. La gente comune forse crede che l'euro salga o scenda a capriccio. Si dice che “e' il mercato”. Ma in realtà il mercato e' fatto da compratori e venditori. Anzi è meglio dire che è fatto dalle banche che a seconda della convenienza comprano o vendono. Oggi sono state le banche europee ad aver fatto scendere l’euro”.
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