Sri Lanka: nel Nord l’esercito costruisce “con la forza” templi buddisti
Colombo (AsiaNews) – Con la complicità dell’esercito, il governo dello Sri Lanka sta costruendo con la forza templi e monasteri buddisti nei distretti settentrionali di Mullathivu e Kokilai, abitati da tamil indù e cristiani. La popolazione locale accusa le autorità di voler compiacere la maggioranza singalese e buddista, e il 5 giugno scorso ha anche manifestato contro tale iniziativa. La polizia ha arrestato quattro organizzatori, rilasciandoli solo grazie all’intercessione di alcuni politici locali, e la promessa di non pianificare mai più proteste simili.
La maggior parte degli abitanti della zona è costituita da ex sfollati interni (Idp, Internally Displaced People – ndr), che solo di recente stanno iniziando a riavere le loro terre, perdute durante la guerra.
Anthony Jesudasan, attivista tamil cattolico per i diritti umani, spiega ad AsiaNews: “Anche se sono accompagnati dai militari, non possono costruire luoghi di culto buddisti permanenti, togliendo terreni ai proprietari. È davvero disonesto. Qui vivono solo indù e cristiani. Possiamo accettare la costruzione di templi buddisti solo se decideranno di creare un nuovo villaggio multietnico”.
Anche diversi sacerdoti tamil cattolici e anglicani hanno criticato l’iniziativa del governo: “Migliaia di persone non hanno ancora ricevuto terreni, e loro li usano per costruire luoghi religiosi che non appartengono al credo di queste comunità. Che senso ha questo comportamento?”.
“Noi non siamo contro i buddisti – sottolineano alcuni residenti della zona –, non li disturbiamo. Allora perché l’esercito ci fa questo? Quando torneremo ad avere un po’ di pace?”.
Iniziata come una guerra civile per sconfiggere i ribelli separatisti del Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte, Tigri Tamil) – intenzionati a creare uno Stato tamil nel nordest del Paese – nel tempo ha assunto i contorni di un vero e proprio conflitto etnico.