Sri Lanka: Meno spese per la festa di S. Antonio e più aiuti ai profughi
di Melani Manel Perera
Nella parrocchia di Dalupoth a Negomobo, vicino alla capitale Colombo, i fedeli hanno usato le celebrazioni del santo per raccogliere aiuti per i rifugiati.
Colombo (AsiaNews) - La festa di Sant’Antonio. Il 13 giugno, è servita per sostenere i profughi delle guerra e raccogliere aiuti da inviare nei centri di accoglienza. L’idea è venuta ai fedeli della parrocchia di Dalupoth a Negomobo, vicino alla capitale Colombo, che hanno dedicato agli sfollati tamil l’annuale festa del santo a cui è dedicata la loro chiesa.
Il parroco p. Roshan Fernando spiega ad AsiaNews che l’idea è nata da una semplice considerazione: “I combattimenti sono finiti, ma i rifugiati dovranno ricostruire la loro vita normale in breve tempo e noi dobbiamo aiutarli”. Il sacerdote racconta di averne discusso con i fedeli chiedendo loro come era possibile celebrare la festa senza dimenticare la situazione drammatica delle migliaia di profughi della guerra.
“Non li ho forzati - racconta p. Fernando -, ma spiegando bene la situazione delle vittime del conflitto ed il vero significato dell’insegnamento del Signore essi hanno riconosciuto che aiutare i rifugiati era il vero bisogno del momento. Certo c’è stato anche chi era contrario, ma alla fine
siamo stati tutti d’accordo”.
Il tema scelto per l’edizione di quest’anno è stato “Condividiamo la nostra festa con le vittime della guerra”. Racconta p. Fernando: “Ho chiesto ai parrocchiani di celebrare contenendo il più possibile le spese per le decorazioni, il cibo, i fuochi d’artificio e gli abiti della feste e di usare i soldi per comprare qualcosa di utile da destinare ai rifugiati”. Ne è nata una colletta di aiuti estesa a tutta la popolazione che alla fine ha permesso la raccolta di materiale che riempirà almeno due camion.
Chinthaka Fernando, 23enne responsabile dell’associazione dei ragazzi della parrocchia, afferma: “Dobbiamo avere a cuore le persone che hanno bisogno, in ogni posto si trovino e chiunque esse siano. Il fatto di trovare un modo per condividere la nostra gioia con loro per me è il modo migliore per comprendere e vivere il grande amore tra il genere umano”.
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