Sri Lanka, vedove vittime della guerra chiedono giustizia da decenni
Colombo (AsiaNews) - Un'indagine indipendente che faccia luce sulle sorti delle vittime "dimenticate" della guerra civile e assicuri i colpevoli alla giustizia. È quanto chiedono al nuovo governo dello Sri Lanka 133 donne, tutte colpite dal conflitto. Insieme a 20 organizzazioni locali e straniere, il gruppo ha firmato e diffuso un comunicato, indirizzato al presidente Maithripala Sirisena e alla comunità internazionale, con la quale l'esecutivo di Colombo "deve collaborare" per giungere alla verità sulle violazioni avvenute nel Paese.
Dopo anni di fallimenti, sottolineano le donne, "ribadiamo l'importanza di un'indagine portata avanti sotto gli auspici dell'Ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani, come stabilito dalla risoluzione A/HRC/25/1 intitolata 'Promuovere riconciliazione, responsabilità e diritti umani in Sri Lanka'. Crediamo che questo sia essenziale per cercare la verità e la giustizia in questo Paese".
"La nostra paura - ammette il gruppo - è che le oltre 20mila denunce presentate finora non ricevano una risposta.... Nonostante le tante promesse, nessuna indagine indipendente ha avuto risultati convincenti. Un segno della cultura d'impunità che ha pervaso lo Sri Lanka dopo la guerra civile".
Per quasi trent'anni l'isola è stata teatro di una sanguinosa guerra civile tra i ribelli delle Tigri tamil (Liberation Tigers of Tamil Eelam, Ltte) e le forze governative. La comunità tamil - secondo gruppo etnico-linguistico del Paese - è stata la più colpita dal conflitto, che si è consumato soprattutto nel nordest dello Sri Lanka. In quest'area i tamil sono la maggioranza e per questo i ribelli volevano crearvi uno Stato indipendente. Le ostilità si sono concluse nel maggio 2009 con l'uccisione del leader delle Ltte e la vittoria dell'esercito.
Pur non esistendo dati ufficiali, si stima che le vittime prodotte dalla guerra civile siano tra le 60mila e le 100mila unità.