Sri Lanka, quattro giorni di marcia per rinnovare le università
Colombo (AsiaNews) - Inizia oggi in Sri Lanka una marcia di quattro giorni (24-28 settembre), che porterà migliaia di professori e studenti da Galle Fort (sud del Paese) a Colombo, per chiedere un rinnovamento del sistema universitario nazionale. Organizzata dalla Federazione delle associazioni dei docenti universitari (Futa), la manifestazione è solo l'ultimo capitolo di un braccio di ferro tra governo e professori, che ha gettato in crisi l'intero settore educativo superiore del Paese. A tale proposito, tutti i principali leader religiosi del Paese hanno siglato una dichiarazione congiunta, in cui chiedono alle parti in causa di "focalizzare la loro attenzione sugli studenti universitari" e non sui loro diverbi, perché i giovani sono "la risorsa più preziosa del Paese". Tra i firmatari, anche il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo.
La protesta della Futa è iniziata lo scorso aprile, quando l'associazione ha chiesto in via ufficiale al presidente Mahinda Rajapaksa e al ministero dell'Istruzione di assegnare il 6% del Pil al settore dell'istruzione; aumentare lo stipendio dei docenti; garantire l'indipendenza delle facoltà da qualunque interferenza politica. Tuttavia, il governo non ha mai risposto, e dal 4 luglio scorso i professori universitari hanno iniziato uno sciopero che tutt'ora portano avanti.
Con il protrarsi della serrata, il governo ha chiuso a tempo indeterminato tutte le università del Paese (escluse le facoltà di medicina, ndr), accusando i docenti di compromettere il futuro dei giovani. Invece di sedarsi, la protesta si è arricchita proprio del sostegno degli studenti, oltre che di attivisti e membri della società civile.
Nella dichiarazione congiunta, i leader religiosi richiamano governo e professori alla "loro principale responsabilità", che è quella di "garantire alle future generazioni la possibilità di studiare senza alcuna interferenza". "In un Paese democratico - ricordano - è naturale che di volta in volta possano sorgere problemi e questioni da risolvere". Tuttavia, "distruggere le aspirazioni degli universitari che un giorno dovranno prendere in mano il Paese, avrà conseguenze spaventose per il futuro".
09/05/2019 09:52