Sri Lanka, luci e ombre sul processo di integrazione dei Tamil
Durante il Naam 200, il 200° anniversario dell’arrivo nella regione collinare dell’isola, il presidente Wickremesinghe ha presentato un piano da 10mila case per i Tamil. Questi ultimi però hanno chiesto al governo un programma concreto per il riconoscimento delle loro terre.
Colombo (AsiaNews) – Il presidente Ranil Wickremesinghe, intervenendo alla celebrazione del “Naam 200” (il 200° anniversario dell’arrivo del popolo indiano di origine Tamil nella regione collinare dell’isola), ha sottolineato l’obiettivo di far progredire il Paese lavorando sulla coesione di tutti i suoi cittadini a partire dall’impegno del governo nell’integrare pienamente i Tamil che vivono sulle colline dello Sri Lanka. L’intenzione di Wickremesinghe passa da un progetto che prevede la costruzione di 10mila case.
Il presidente e la ministra delle finanze indiana, Nirmala Sitharaman, hanno posto la prima pietra del progetto, a cui collabora economicamente anche l’India, nelle zone di Mount Vernon, Dimbula, Kotagala. Wickremasinghe ha anche ringraziato il primo ministro indiano, Narendra Modi, per aver contribuito alla stabilità finanziaria dello Sri Lanka, elogiando il sostegno fornito per il successo dell’evento Naam. Il capo dello Stato ha aggiunto che questa celebrazione segna l'inizio di un nuovo viaggio per la popolazione Tamil delle colline, e che il governo è impegnato a fornire loro titoli fondiari e garantire il diritto all’istruzione. Anche il primo ministro Dinesh Gunawardena, intervenuto all'evento, ha riconosciuto il contributo significativo apportato dal popolo Tamil allo sviluppo dello Sri Lanka negli ultimi 200 anni, in particolare nella promozione del "tè di Ceylon". Ha sottolineato anche che è la prima volta che viene avviato un programma completo per integrare pienamente questa comunità nella società locale.
Al Naam 200 hanno partecipato anche diversi leader religiosi, l'ex presidente Mahinda Rajapaksa, e vari funzionari governativi, diplomatici stranieri e migliaia di Tamil.
Un altro gruppo Tamil ha prodotto un documento per ottenere i diritti sulle terre ricevute a causa delle frane avvenute negli anni 1993, 2003, 2004 e 2017. Il documento, intitolato "Rapporto di indagine sulla proprietà terriera del popolo Malayagam nella provincia meridionale”, è stato realizzato da Voice of the Plantation People's Organization (VOPP) che ha presentato sette raccomandazioni a Colombo: creare una task force specializzata per le controversie sulla terra delle piantagioni, incaricata di aggiornare i dati, compreso il numero di individui che hanno ricevuto appezzamenti di terra, quelli con terra e alloggio e coloro ai quali sono stati concessi titoli fondiari; attuare una delimitazione sistematica delle terre designate e garantire che a ciascuna famiglia venga fornito un documento; avviare un catasto dei permessi per proteggerne la legittima proprietà; trasferire il controllo amministrativo della terra assegnata ai proprietari.
"Non ha senso possedere una terra se non ne abbiamo i diritti. Se esiste un diritto alla terra, allora possiamo ipotecarla e ottenere denaro per qualsiasi nostra necessità o emergenza. Ma oggi non abbiamo neppure questa opportunità. Alcune persone hanno costruito una casa su quella terra spendendo ogni centesimo che guadagnano", ha detto Jandran Dilan, un lavoratore Tamil delle piantagioni. Che ha concluso: “Il governo dovrebbe esaminare la questione e fornire soluzioni il prima possibile, senza limitarsi a parole e promesse".
24/02/2017 15:50