Sotto l’ombra dei missili, Pyongyang festeggia "il Sole” Kim Il-sung
Seoul (AsiaNews) - Mentre il mondo continua a guardare con il fiato sospeso alle attività militari della Corea del Nord, il leader e tutto lo stato maggiore del regime di Pyongyang hanno celebrato questa mattina l'anniversario della nascita del fondatore del Paese Kim Il-sung. Il "giorno del sole", che celebra quest'anno il 101mo compleanno del "padre della patria", è un evento di portata nazionale e una delle poche feste comandate nel Paese.
Decine di migliaia di persone sono arrivate questa mattina nella capitale per rendere omaggio e inchinarsi dinanzi alle due statue dorate che campeggiano davanti al Parlamento nazionale: la prima è di Kim Il-sung, tuttora "presidente eterno" della Corea del Nord, mentre la seconda è del figlio Kim Jong-il, padre dell'attuale dittatore.
È stato proprio Kim Jong-un, terzogenito ed erede del "caro leader", ad aprire le celebrazioni ufficiali con un omaggio al mausoleo del nonno, il Palazzo del Sole di Kumsusan. Accompagnato dai membri dell'elite militare del Paese, Kim Jong-un ha visitato il palazzo dove riposano le salme imbalsamante del nonno e del padre: da notare il ritorno sulle scene di Jang Song-taek, potentissimo zio del dittatore, che sembrava caduto in disgrazia negli ultimi mesi.
Tuttavia le festività non hanno allontanato lo spettro della guerra. Nonostante la retorica nazionalista e militarista di Pyongyang, non si hanno ancora tracce del test missilistico che potrebbe divenire - secondo le parole stesse del regime - un attacco ai "pupazzi" della Corea del Sud, alle basi americane nel Pacifico o al Giappone. Anche se l'intelligence di Seoul sostiene che "sia tutto pronto" per un lancio missilistico, da due giorni non ve ne sono tracce.
Nel frattempo, il Segretario di Stato americano John Kerry ha aperto la porta al dialogo con la Corea del Nord, ma ha sottolineato che in questo momento la decisione se entrare o meno nel negoziato dipende dal regime di Kim Jong-un: "Gli Stati Uniti restano aperti a negoziati autentici e credibili per la denuclearizzazione, ma la palla è nel campo di Pyongyang", ha detto il capo della diplomazia americano.
Kerry si trova a Tokyo, terza e ultima tappa di un tour in Asia che lo ha portato anche a Seoul e Pechino. Proprio in Cina Kerry ha sottolineato che nell'impegno per la pace in Corea "Stati Uniti, Corea del Sud, Cina e Giappone sono uniti: non può esserci confusione su questo punto". Pyongyang, ha concluso, "rappresenta un pericolo non solo per la regione, ma anche per la sua stessa gente".