30/01/2025, 12.57
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Sospensione aiuti Usa: in Asia a rischio campi profughi, sminamento e campagne anti-polio

Nonostante la deroga diffusa dal segretario di Stato, Marco Rubio, molte attività di assitenza e cooperazione allo sviluppo restano bloccate. Gli Stati Uniti hanno intenzione di rivalutare se le ragioni dei finanziamenti sono in linea con la nuova amministrazione Trump. Il vuoto nel sud-est asiatico potrebbe essere occupato dalla Cina.

Washington (AsiaNews/Agenzie) - Gli ordini esecutivi firmati da Donald Trump il giorno del suo insediamento, il 20 gennaio, stanno già avendo un impatto sull’Asia: tutti i programmi di cooperazione finanziati dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) sono stati sospesi dal dipartimento di Stato per 90 giorni al fine di garantire che gli aiuti elargiti ai Paesi in via di sviluppo “siano efficienti e coerenti con la politica estera degli Stati Uniti nell'ambito dell'agenda America First”.

Anche se nei giorni scorsi il nuovo segretario di Stato, Marco Rubio, ha emesso una deroga sugli “aiuti salvavita” di prima necessità, come cibo e servizi medici di assistenza, parecchie attività restano bloccate. “Ogni dollaro che spendiamo, ogni programma che finanziamo e ogni politica che perseguiamo devono essere giustificati con la risposta a tre semplici domande”, ha affermato Rubio. “Rende l'America più sicura? Rende l'America più forte? Rende l'America più prospera?”

I centri sanitari che assistono i profughi birmani al confine tra Thailandia e Myanmar hanno ricevuto l'ordine di chiudere entro il 31 gennaio. Non è ancora chiaro se alcune di queste strutture, gestite dall’organizzazione International Rescue Committee, potranno continuare a operare in seguito alla deroga del dipartimento di Stato. Il provvedimento coinvolge circa 100mila persone bisognose di assistenza. In attesa di aggiornamenti, decine di pazienti in condizioni gravi sono stati trasferiti negli ospedali statali della Thailandia. “È preoccupante perché questi rifugiati dipendono interamente da questa assistenza per i servizi sanitari di ogni giorno”, ha commentato Nai Aue Mon, direttore dei progetti di Human Rights Foundation of Monland (HURFOM), un'organizzazione che opera nel sud del Myanmar.

Le scuole all’interno dei nove campi profughi al confine con la Thailandia, invece, temono di non rivedere la ripresa dei finanziamenti, ha commentato un rappresentante del Karenni Human Rights Group. Gli stipendi degli insegnanti e i finanziamenti per l’acquisto di testi scolastici, non rientrando tra gli “aiuti salvavita”, rischiano di non essere più riattivati.

Anche alle organizzazioni umanitarie che si occupano di sminamento è stato comunicato di cessare le operazioni “con effetto immediato”. Tra queste sono incluse le associazioni no-profit che si occupavano di bonificare i terreni dalle munizioni inesplose in Laos e Cambogia. Il Laos, in particolare, a causa dei bombardamenti dell’esercito statunitense durante la guerra del Vietnam negli anni ‘60 e ‘70, continua a essere il Paese che ha sofferto il maggior numero di bombardamenti in rapporto alla popolazione. Solo il 10% del suo territorio è stato bonificato da ordigni inesplosi, come ha spiegato a Radio Free Asia Sera Koulabdara, amministratore di Legacies of War, che si occupa di rimozione di mine antiuomo nel sud-est asiatico. “Proprio questo mese in Laos, un uomo di 36 anni è stato ucciso mentre cucinava, vittima innocente di una guerra americana che continua a tormentare il Paese”, ha aggiunto.

La Cambogia riceveva dagli Stati Uniti circa 2 milioni di dollari all’anno per le attività di sminamento. Anche i programmi di tutela dell’ambiente (in particolare del Mekong) e le redazioni giornalistiche indipendenti, come la Cambodian Journalists’ Association o CamboJa, hanno comunicato di dover far fronte a finanziamenti ridotti perché un 20-30% delle loro entrate erano coperte dagli aiuti statunitensi.

Nel sud-est asiatico la maggior parte degli aiuti allo sviluppo vengono erogati dalla Banca asiatica di sviluppo, dal Giappone, dalla Corea del Sud, dall’Unione europea e dall’Australia, hanno sottolineato alcune ricerche. Gli aiuti cinesi nella regione, invece, che dal 2015 al 2022 hanno subito una contrazione, sono diretti soprattutto a Laos, Malaysia e Brunei. Ma gli investimenti infrastrutturali cinesi previsti dalla Belt and Road Initiative, nonostante ritardi e ridimensionamenti negli ultimi anni, continuano a svolgere un significativo ruolo di primo piano. Per questa ragione molti temono che la decisione dell’amministrazione Trump di sospendere gli aiuti allo sviluppo rischi di lasciare spazio all’influenza cinese.

Anche l’annuncio del ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità rischia di avere gravi ripercussioni in Asia, e in particolare in Pakistan e in Afghanistan, che dipendono dagli aiuti dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’eradicazione della poliomielite, ha spiegato Hanan Balkhy, direttore regionale per il Mediterraneo orientale. La malattia, trasmessa da un virus che può portare alla paralisi e alla morte è ancora endemica in questi Paesi. Nel 2024 il Pakistan ha registrato 73 casi e l’Afghanistan 25, ma l'instabilità politica ostacola le campagne di vaccinazione infantile in entrambi i Paesi.

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