18/12/2014, 00.00
STATI UNITI - COREA DEL NORD
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Sony ritira "The Interview" dopo le minacce di hacker vicini a Pyongyang

La pellicola, una commedia brillante, ironizza sul dittatore nordcoreano Kim Jong-un mettendo in scena un finto colpo di Stato orchestrato dalla Cia. Alcuni pirati informatici rubano le mail sensibili della major hollywoodiana e ne divulgano i contenuti. A poche ore dalla proiezione avvertono: "Se il film va nei cinema, ci sarà un altro 11 settembre".

Washington (AsiaNews) - Il colosso americano dell'intrattenimento Sony ha deciso di ritirare dal mercato il film "The Interview", pellicola diretta e interpretata da James Franco che ironizza sul dittatore nordcoreano Kim Jong-un. In un primo momento la major aveva annullato soltanto la data di uscita - per Natale - ma poche ore fa ha annunciato di voler ritirare anche ogni progetto d'uscita.

La notizia è arrivata dopo che i "Guardiani della pace", un non meglio identificato gruppo di hacker, avevano minacciato un attacco terroristico "stile 11 settembre" contro le sale che avessero deciso di proiettare la pellicola. Subito dopo l'annuncio, molti esercenti cinematografici - fra cui tre delle maggiori catene di multisala americane - avevano fatto sapere di aver cancellato il film dalla programmazione. Eliminato inoltre dal sito di Sony ogni accenno al film, che vede James Franco e Seth Roger nei ruoli di un conduttore televisivo e del suo produttore che tentano di mettere a punto un piano per eliminare il dittatore nordcoreano con il sostegno della Cia.

"Sony Pictures - ha dichiarato un portavoce della compagnia - non ha ulteriori progetti di uscita per il film". Intanto il cyber-attacco ai danni di Sony ha creato già diversi danni: i pirati informatici hanno infatti diffuso online diverse mail interne, che presentano in maniera indegna il mondo dello showbusiness visto dai produttori. Diverse star di Hollywood hanno annunciato di avere "riserve" all'idea di lavorare ancora per la compagnia, che per il momento parla di "danni economici ingenti, ma non ancora catastrofici".

A questi si aggiunge la possibile crisi diplomatica, dato che alcune fonti investigative hanno fatto sapere che ci sarebbe proprio il regime dittatoriale nordcoreano dietro il crimine informatico. "Gli Stati Uniti stanno investigano sui responsabili. Un aggiornamento sarà fornito a tempo debito", ha detto il portavoce del National Security Council della Casa Bianca che, senza mai nominare la Nord Corea, ha fatto sapere che "Il governo degli Stati Uniti sta lavorando senza sosta per assicurare alla giustizia i responsabili di questo attacco e che una serie di opzioni di risposta sono state prese in considerazione".

Il mondo dell'intrattenimento statunitense si è schierato compatto a favore del film e della libertà di espressione. Diverse celebrità hanno parlato di scelta "non americana" commentando il ritiro del film dalle sale, mentre il regista Michael Moore ha chiesto a Pyongyang "dato che controlla Hollywood" di "produrre meno commedie romantiche". Da parte sua, il presidente americano Barack Obama ha commentato con un laconico: "Spero che si continui ad andare al cinema". 

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