07/10/2017, 11.03
CINA
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Sono soprattutto studenti a produrre computer per azienda leader mondiale

Secondo un’indagine di un gruppo non-profit di Hong Kong, i più grandi marchi di computer portatili di tutto il mondo usano studenti lavoratori cinesi anche di 16 anni che lavorano 12 ore al giorno. Ma l’azienda definisce le accuse “false e ingiuste”.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) - I più grandi marchi di computer portatili di tutto il mondo usano studenti lavoratori cinesi anche di 16 anni che lavorano 12 ore al giorno sulle linee di produzione in fabbrica, con il loro finanziamento e la loro laurea a rischio se falliscono, ha affermato un gruppo di controllo del lavoro.

Gli studenti dei corsi professionali vengono reclutati a migliaia per produrre tastiere, assemblare parti e fare montaggi durante i tirocini alla Quanta Computer, una società di proprietà della taiwanese Fortune 500, le cui fabbriche in Cina forniscono Apple, Acer, Hewlett-Packard e Sony.

Se gli studenti rifiutano, gli viene detto che i loro finanziamenti verranno tagliati o che non avranno il diploma, afferma un rapporto di Students and Scholars Against Corporate Misbehaviour (Sacom), gruppo non-profit di Hong Kong.

Secondo la relazione, gli addetti al tirocinio di tre mesi sarebbero circa la metà della forza lavoro e fornirebbero un flusso costante di "lavoro economico e disponibile". La Quanta Computer conta su tre stabilimenti nella Cina continentale, a Shanghai, Changshu e Chongqing, dai quali afferma di fornire tutte le prime 10 aziende di PC e di produrre un terzo di tutti i computer portatili del mondo.

Secondo un dirigente, “Quanta Computer sta collaborando con le scuole professionali locali per preparare  gli studenti a lavorare in fabbrica".

Malgrado le leggi in materia di lavoro che prevedono che gli studenti interni dovrebbero costituire solo il 10% della forza lavoro di una struttura, un dirigente di Quanta  Chongqing, coperto da anonimato, ha detto ai ricercatori che stima che siano “oltre il 60%”.

Da parte sua, Quanta Computer ha negato le affermazioni del rapporto e ha detto: “Dopo una verifica interna, crediamo che le accuse ... siano false e ingiuste per l'azienda. Ci sono gravi errori nelle informazioni ... da ‘investigatori sotto copertura’”.

 

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