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THAILANDIA-GAZA
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Sono morti due degli ostaggi thailandesi a Gaza

di Steve Suwannarat

Secondo l'esercito israeliano sarebbero stati uccisi subito il 7 ottobre durante l'attacco al kibbutz Be'eri. Resta sconosciuta la sorte di altri 6 cittadini di Bangkok ritenuti nelle mani di Hamas come pure lo studente nepalese Bipin Joshi, Intanto migliaia di thailandesi stanno cercando di trovare nuovamente lavoro in Israele come agricoltori.

Bangkok (AsiaNews) – Sono morti due dei cittadini thailandesi finora creduti prigionieri a Gaza. Sonthaya Oakkharasri e Sudthisak Rinthalak sarebbero in realtà stati uccisi subito il 7 ottobre, durante l’attacco di Hamas in territorio israeliano, mentre erano impiegati nei lavori agricoli nel kibbutz Be’eri a quattro chilometri dal confine con la Striscia.

Ad annunciarne il decesso è stato ieri sera in una conferenza stampa il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari. “Il 7 ottobre i terroristi di Hamas hanno assassinato brutalmente 39 cittadini thailandesi e rapito altri 31 portandoli a Gaza”, ha dichiarato Hagari, ricordando che anche altri cittadini stranieri sono stati sequestrati. Dei thailandesi, 17 erano stati rilasciati a fine novembre durante la tregua di una settimana facendo ritorno in patria, seguiti da altri 6 a dicembre.

Il ministero degli Esteri di Bangkok ha confermato di essere stato informato dalla sua ambasciata a Tel Aviv dei decessi “sulla base delle prove disponibili” e ha provveduto a informare le famiglie. Il ministero ha chiesto “il rilascio immediato di tutti gli ostaggi rimasti, tra cui i sei cittadini thai a Gaza, per consentire il loro ritorno a casa in sicurezza” e sollecitato le parti a “porre il maggiore impegno possibile in negoziati che portino a una soluzione urgente dalla crisi umanitaria in corso a Gaza”.

Erano 30mila i thailandesi in Israele alla vigilia del massacro, la comunità di immigrati per lavoro straniera più consistente insieme a quella filippina. Molti erano impiegati nell’agricoltura nelle aree prossime al confine con Gaza e quindi quelli più esposti all’azione di Hamas. Nei giorni scorsi il Dipartimento per l’impiego thailandese ha comunicato che 30mila thailandesi stanno cercando di rientrare in Israele, mentre il dipartimento sta lavorando sulla quota di 5mila posti nel settore agricolo messi a disposizione da Tel Aviv per la seconda metà dell’anno.

Oltre agli ostaggi thailandesi, nelle mani di Hamas a Gaza restano il giovane nepalese , studente-lavoratore arrivato in Israele meno di un mese prima di essere catturato. La sua famiglia ha ripetutamente sollecitato il governo di Kathmandu ad adoperarsi per la liberazione. La questione è stata sollevata anche qualche settimana fa durante la visita nel Paese himalayano dell’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al-Thani.

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